giovedì 23 dicembre 2010

Delle montagne parlanti, il Feng Shui interiorizzato

Quando siamo arrivati abbiamo percepito da subito la specialità dei Casali nella relazione con l’alta valle, le montagne e i fiumi riverberavano la loro energia in quel fuoco, il nucleo costruito in epoca altomedioevale.
Erano leggere intuizioni, confermate dalla visita degli esperti che negli anni successivi mi hanno accompagnato nella scoperta del Feng Shui.

Il Bregaceto, il Ramaceto, l’Aiona, il “cuneo”, li ho osservati con empatia, ma ancora erano uno sfondo, una cornice poderosa e verdeggiante.
Vivere quassù e approfondire gli studi del Feng Shui mentre rendevo più intenso il lavoro su di me attraverso il dialogo con il corpo fisico, energetico ed emotivo, mi ha permesso di sentire il collegamento con queste formazioni naturali proprio come con esseri animati.

E’ una condizione che avvicina alla dimensione del Tutto, in cui cadono i confini tra il proprio sé individuale e la realtà di cui siamo parte.

La mutevolezza atmosferica, stagionale, i cambiamenti di luce, di colore, risultano forme di qualità energetiche ed aiutano nella comprensione e nella conoscenza di sé.
Le simbologie delle forme svelano contenuti inaspettati, queste montagne in cui si susseguono forme di fuoco e di acqua (come in una sauna finlandese!) hanno le caratteristiche dei luoghi (Eva Wong) che gli antichi cinesi ritenevano adatti a temprare i guerrieri (fase metallo).

Tutto ciò sembra ancor più “curioso” visto che la formazione Anidra, quella più complessa e interiore, è in effetti una via del guerriero, del samurai, di colui o colei cioè che, per espandere la propria consapevolezza, rivolge l’attenzione al "combattimento" con la propria ombra, i propri condizionamenti automatici, i pregiudizi, le paure.

Lo Yoga nel Tayoqi


Per Yoga non intendo certo soltanto l’utilizzo del corpo attraverso le posture (asana), bensì tutto quel processo da avviare per riportare la mente sotto controllo. Questo per ricomporre la divisione propria dell’essere umano tra mente e corpo, Yoga è unione.
Occorre partire dalla mente, intesa come l’insieme complessivo delle funzioni mentali che ha per oggetto normale il mondo esterno. Lo Yoga si pone l’obiettivo di imbrigliare il flusso mentale rivolto all’esterno, la sua interiorizzazione ed infine la sua dissoluzione alla sorgente.
La postura Yoga che si esercita nel Tayoqi rappresenta un supporto per questo obiettivo, deve divenire stabile e agevole rilassando lo sforzo e immedesimandosi con l’infinito.
Gli ostacoli sono le fonti di distrazione della mente che sono: la malattia, l’indolenza, il dubbio, la negligenza, il languore, l’intemperanza,, l’illusione, il fallimento e la volubilità.

venerdì 17 dicembre 2010

TAYOQI ovvero la nuova frontiera del lavoro integrato sul corpo(i).

Il Tayoqi è il risultato della sintesi di un lavoro sui corpi fisico, energetico ed emotivo, che ho condotto per una trentina d’anni. Il termine designa una unità sinergica tra tai chi chuan, yoga e qi gong. Parlo di sinergia in quanto ognuna delle discipline in questione interagendo direttamente con le altre determina dei risultati diversi da quelli ottenuti da una sua azione separata. 
Ciò che viene a prodursi risulta alquanto interessante per chi ricerca in profondità su di sé in quanto si tratta di alchimie particolari come quelle che entrano in gioco quando si avvicinano pratiche di accumulazione (qi gong) che hanno come obiettivo la creazione di forza esplosiva elastica e tecniche di distensione yoga. Oppure l’avvicinamento di opposti come la pratica dell’immobilità zhan chuang e la pratica dell’esplosione fa ji.
Il Tayoqi si pratica eseguendo una forma (kata) con al suo interno elementi e principi provenienti dalle 3 discipline. La forma non ha una rigidità formale ma prevede ambiti interpretativi che, nei livelli più avanzati e maturi di esecuzione, portano la forma a manifestarsi come una sorta di danza dell’energia.
Il tayoqi è frutto della convinzione che ogni tradizione esprime un punto di vista, anche se importante, non esaustivo e che la contaminazione tra culture diverse può portare risultati preziosi per la ricerca.

Nel corso del 2011 istituiremo corsi e seminari di questa “nuova disciplina” con cui condividerò questo nuovo approccio al lavoro su di sé.


TAYOQI or the new frontier on integrated work on the body (s).


Tayoqi is the result of a work of synthesis that I conducted on the physical, energetic and emotional bodies, over a period of thirty years. The term refers to the synergistic unity between tai chi chuan, yoga and qi gong. I'm talking about synergy as each of the disciplines in question directly interacts with the other, resulting in a different outcome than the one that is obtained by their separate performance.
The result of such synergies is quite interesting for those who seek deep within themselves, as we are talking about particular alchemies like those that come into play when approaching practices such as the accumulation of qi (qi gong) that have the objective of creating an explosive strength, and relaxing techniques such as yoga. Or even the practice of uniting the opposites, such as the practice of stillness, zhan chuang, and the practice of explosion, fa ji.
We practice Tayoqi by performing a sequence (kata) that holds elements and principles of these three disciplines. The sequence does not have a rigid formality and welcomes different areas of interpretation that, in the most advanced and mature levels of performance, bring the form to emerge as a kind of energy dance.
Tayoqi is the result of the belief that each tradition expresses a point of view that, for how important it may be, is not exhaustive and that the interaction between different cultures can bring valuable results for ones’ personal research.

During 2011, courses and seminars of this "new discipline" will take place at centroAnidra and I will share this new approach on how to work on oneself.






martedì 14 dicembre 2010

A proposito della rigidezza e della flessibilità


“Quando gli uomini nascono sono teneri
e quando muoiono sono rigidi.
Quando gli alberi nascono sono flessibili
e quando muoiono sono duri.
La rigidità è quindi compagna della morte.
La flessibilità è compagna della vita.
Così quando un esercito è rigido,
non prevale.
Quando un albero è robusto,
viene tagliato.
Dunque il rigido e il robusto stanno in basso,
il tenero e il flessibile stanno in alto.”
(Chuang-tzu)
Di grande utilità comprendere la relazione tra robusto e flessibile. Sarebbe un errore concepirli come antagonisti; l’uno ha bisogno dell’altro, nell’uno occorre trovare l’altro.
Obiettivo fondamentale della pratica del tai chi quan è la costruzione di uno schema corporeo in cui in basso (gambe, bacino ecc.) sta il robusto e in alto (braccia, busto ecc.) sta il flessibile. 

domenica 12 dicembre 2010

TAIJI QUAN e LAVORO SU DI SE’

Seguo Paolo nel suo Taiji quanLa perla della vera sintesi” per trovare chiavi e indicazioni nella ricostruzione di me, nel dialogo con il mio corpo che sviluppo da qualche anno ormai nella cura di me stessa, a seguito di un grosso politrauma.

E' come rientrare in un abito inamidato o congelato e scioglierlo dall’interno, impiegando i principi del taiji, contattando le parti di me, portando lì l’attenzione - yi -, provando a muoverle attraverso contrazioni isometriche e a “impastarle” nello shi li.

Non so cosa si veda dall’esterno, ma dall’interno le sensazioni talvolta sono intense, perfino commoventi.

Naturalmente non sono tutte rose e fiori, ci sono fasi cicliche, ottave ascendenti e discendenti che ho imparato a riconoscere, momenti in cui la fatica e il fastidio per un abito molto stretto e il dolore anche, aumentano la tentazione di interventi invasivi. Il lavoro fisico ed energetico si mescola a un lavoro di osservazione di sè, di monitoraggio delle proprie emozioni, dei propri stati d'animo, di non identificazione con gli "alti" e i "bassi" che questi passaggi comportano.
Via Via lo sguardo si amplia e riesco a dare prospettiva ai singoli momenti, senza rimanere completamente schiacciata nelle emozioni date dalla fase in cui mi trovo.
Francamente ancora oggi, per me che intendo la vita come un grande laboratorio, se scegliessi una risoluzione più rapida ed esterna - per quanto più consueta e "sicura" - nella cura di me, mi sembrerebbe di gettar via l’opportunità di una riscrittura dall’interno delle possibilità del corpo.
Questa ricerca volta all'autoguarigione, questa scelta, penso risponda maggiormente alle domande di armonia e di efficacia che non trovano riscontro in altri tipi di interventi più invasivi.

Quando pratico il qi gong e accumulo energia insieme a quest’attenzione presente rivolta alle varie parti di me nutro un sentimento: l'abbandono fiducioso all’intelligenza del mio corpo, quella che non ha a che fare con me (fortunatamente) ma che vibra in risonanza con l’universo.


Mi piace nel ritzu zen applicare le posture che richiamano i cinque movimenti, o le cinque fasi (legno fuoco terra metallo acqua) trovando in questo una corrispondenza tra me (il mio corpo fisico, energetico ed emotivo) il paesaggio naturale in cui vivo, il qi gong e il feng shui che pratico nella mia professione.

giovedì 9 dicembre 2010

APRIRSI ALL’ESPERIENZA

Conoscere senza presumere di conoscere è la cosa migliore. Presumere di conoscere ciò che non si sa è una malattia.
Solo riconoscendo questa malattia come tale, è possibile non essere malati.
I saggi sono liberi dai mali riconoscendo questa malattia come tale: così non soffrono di malattie. “            (Chuang-tzu )

Il tratto comune dell’agire con saggezza è costituito dalla creazione di uno stato d’essere attraverso il quale ci si senta ignoranti, nel senso di ignorare i dati dell’esperienza che ci accingiamo a fare. In questo punto il pensiero orientale ( Chuang-tzu ) e occidentale ( Socrate ) convergono decisamente.
Questo stato d’essere sarebbe l’antidoto ideale al pregiudizio, dilagante nella nostra cultura, cioè all’atteggiamento di chi giudica senza conoscere.
Un atteggiamento privo di pregiudizi, rappresenta la condizione ideale per fare tesoro di qualsiasi esperienza.



BEING OPEN TO EXPERIENCE

“It is best to know without presuming to know. Presuming to know what we don’t know is a disease.
Only by recognizing this disease as such, it is possible not be ill.
By recognizing it as such, the wise are free from the evils of this disease: this way they don’t suffer from diseases. “            (Chuang-tzu )

The common feature of 'acting wisely’ is creating a state of being that makes us feel ignorant, in the sense of ignoring the various elements of experience that we are about to have. On this matter the Eastern thought ( Chuang-tzu ) and the Western thought ( Socrates ) strongly converge.
This state of being would be the ideal antidote to prejudice, which permeates our culture, therefore to the attitude of those who judge without knowing.
An attitude free from prejudice, is the ideal condition to have to be able to treasure any experience.

lunedì 6 dicembre 2010

La cedevolezza è il metodo della Via

La cedevolezza è il metodo della Via”, così recita un celebre passaggio del Tao the ching, antico e autorevole testo ispiratore del taoismo. La cedevolezza è anche uno dei principi fondamentali del tai chi quan, l’arte marziale interna per eccellenza.
Purtroppo nella cultura occidentale “cedere” è considerato sinonimo di “essere sconfitti”; per questo motivo un principio di così alta rilevanza per l’evoluzione della persona viene assolutamente ignorato.
Nella pratica del tai chi quan il principio della cedevolezza assume l’importanza che merita: cedere significa accogliere, fare spazio, senza impatto, senza conflitto. Ciò permette di governare, fino a rendere inoffensive energie invasive e disarmoniche.
Appare evidente che si tratta di un principio superiore che evita il proliferare dei conflitti e promuove il confronto armonico tra le persone per la reciproca crescita


Compliance is the method of the Way


“Compliance is the method of the Way" states a famous passage of Tao the ching, an ancient and authoritative inspirational text for Taoism.  Compliance is also one of the fundamental principles of tai chi, the internal martial art par excellence.

Unfortunately, in western culture "surrendering" is considered synonymous of "being defeated", which is why a principle of such high importance for the development of the individual is totally ignored.

In the practice of tai chi quan, the principle of compliance assumes the importance it deserves: surrender is to accept, to make room without impact, without conflict. This allows one to govern invasive and disharmonious energies to the point of making them become harmless.

This is obviously a higher principle that prevents the flourishing of conflicts and encourages harmonic confrontation with the goal of achieving mutual growth.


giovedì 2 dicembre 2010

IL TAI CHI QUAN E L’ACQUA

Spesso per descrivere la qualità del tai chi quan si ricorre alla metafora dell’acqua. Niente al mondo è più flessibile dell’acqua e la flessibilità è un obiettivo fondamentale nella pratica del tai chi quan.

Tuttavia, quando l’acqua attacca ciò che è duro e forte, nessuno riesce a resisterle, perché nulla può cambiarla. Per questo motivo il flessibile vince il rigido, il cedevole vince il forte. Ciò comporta implicazioni molto interessanti anche se lo si vede in ambiti non fisici ( es. emotivo-relazionali).

La superiorità del flessibile sul rigido è risaputa ma non facile da attuare; ecco perché i saggi dicono:
“ Chi può addossarsi le disgrazie di una nazione è il capo del paese;
chi può addossarsi le sfortune di una nazione è il dominatore del mondo”



TAI CHI QUAN AND WATER


We often use the metaphor of water to describe the quality of tai chi quan. Nothing in the world is more flexible than water and flexibility is a key objective in the practice of tai chi quan.

 

However, when water attacks hard and strong elements, none can resist it, because nothing can change it. This is why flexibility wins over rigidity and compliance overcomes strength. This has very interesting implications, even when we observe it in non-physical areas (e.g. emotional and relational).

 

The superiority flexibility over rigidity is well known but not easy to implement, which is why the sages say:

"He who can bear the adversities of a nation is the head of the country;

He who can bear the misfortunes of a nation is the ruler of the world "