mercoledì 30 marzo 2011

ACCORGIMENTI CONTRO UN’EVENTUALE CONTAMINAZIONE NUCLEARE




Cari amici,
Gli ultimi avvenimenti giapponesi inducono molti a chiedersi cosa è possibile fare per contrastare gli effetti di una eventuale contaminazione del tipo di quella che si è già verificata (oltre a quella che potrebbe ancora verificarsi). Le informazioni sono contrastanti e probabilmente tendono ad essere rassicuranti e a minimizzare quanto realmente accaduto, cosa che si saprà sempre dopo.
Per questa ragione, di seguito vi offriamo una serie di indicazioni, riferibili ad un approccio ecologico dell’organismo, che è possibile adottare per prevenire, per  quanto è possibile, e ridurre al minimo, gli effetti collaterali di una eventuale esposizione a radiazioni nucleari. Alcune cose sono da fare fin da subito, altre da programmare in caso di peggioramento della situazione. Premesso che la protezione totale in caso di incidente nucleare non esiste e che tutte le forme viventi assorbiranno le radiazioni ionizzanti per un periodo molto più lungo della loro vita, ci sono delle cose che si possono e dovrebbero fare per limitare i danni, specie per quelle radiazioni che hanno effetti deleteri ma che hanno un ciclo di vita breve, come lo iodio radioattivo 131 (8-10 giorni). Stronzio e Cesio radioattivi, invece, hanno una vita lunga circa 30 anni (Wikipedia),  però il primo impatto è sempre il peggiore, quindi queste precauzioni vi serviranno comunque a limitare i danni.

1)      Fare una scorta di acqua, da usare per bere e cucinare per almeno un paio di settimane a partire dalla dichiarazione di emergenza (la nube radioattiva precipita al suolo, grazie alle piogge e attraverso il terreno raggiunge le falde acquifere sotterranee).
2)      Fate scorta di cereali e legumi secchi, così come di pasta integrale, tenendo conto che i cereali secchi che acquistiamo adesso sono quelli del raccolto dello scorso anno e che il prossimo raccolto ci sarà come sempre a giugno e i cereali ed i legumi nuovi (contaminati) saranno disponibili dopo l’estate. Conservateli in luogo fresco e asciutto. I cereali non trattati vanno meglio in frigo per evitare le farfalline in estate.
3)      Bere un bicchiere di acqua e argilla ogni giorno al mattino appena alzati per 15-30 giorni a partire da oggi o domani (dal giorno in cui ricevete questa comunicazione). Ricetta: Mettere 8 cucchiaini di argilla verde ventilata in una bottiglia di vetro trasparente con 1 litro d’acqua. Non usare cucchiaini di metallo o plastica, ma solo di legno o carta. Agitare ed esporre alla luce sul balcone durante il giorno. Al mattino agitare la bottiglia, riempire un bicchiere, aspettare 20-30 minuti e bere solo la sospensione, non il deposito. L’argilla è una sostanza anfotera che si comporta come base con gli acidi e come acido con le basi. Queste sue proprietà chimiche la rendono una sostanza capace di assorbire e neutralizzare gli effetti negativi dell’azione dei radicali liberi che si attiverebbero in caso di radiazioni all’interno del corpo e dell’apparato digerente in particolare.  Potete cominciare anche oggi, acqua e argilla non richiede le stesse precauzioni dello ioduro di potassio, comunque non fa male e non ha effetti collaterali di alcun tipo.
4)      Procurarsi dietro ricetta medica delle capsule o pastiglie di ioduro di potassio per una dose massima giornaliera di 130 mg da assumere per 2 settimane massimo. Procuratevi il farmaco ma non assumetelo prima che venga dichiarata emergenza nucleare nel territorio in cui viviamo noi o comunque prima che si renda effettivamente necessario. Stiamo seguendo la situazione e valutando quando e se assumerlo e vi terremo aggiornati. Lo iodio satura i recettori tiroidei per questo elemento in modo tale da non lasciare spazio di far entrare lo iodio 131 (radioattivo) che è in grado di uccidere le cellule della ghiandola  o di mutarle in cellule tumorali. Nelle zone nelle immediate vicinanze alla centrale nucleare in cui avviene l’incidente la popolazione può assumere anche più di 200 mg di ioduro di potassio a scopo protettivo. Alla distanza in cui siamo noi è sufficiente quella di 130 mg. Chi ha problemi di ipertiroidismo deve consultare sempre il medico.  Chi è intollerante allo iodio non dovrebbe assumerlo. Possono verificarsi anche effetti collaterali come nausea, prurito, ecc.. ma davanti ad un disastro nucleare o a fronte di rischi ben più gravi di salute, ciascuno valuti per sé se sopportare qualche piccolo disagio eventuale. La dose può essere assunta anche in 2 capsule da 65 mg ciascuna in 2 momenti diversi della giornata, preferibilmente a stomaco vuoto, aspettando mezz’ora prima di mangiare. Il prodotto ha una scadenza di 4-6 anni, quindi tenetelo nella cassetta dei farmaci per ogni evenienza e cambiatelo ogni 4-6 anni come azione precauzionale.
5)      Per chi non riesce a procurarsi lo ioduro di potassio, sappia che una fonte importante di iodio è data dalle alghe Kombu (100 gr di alga contengono 450 mg di iodio). Per raggiungere la dose di 130 mg necessaria alla prevenzione, bisognerebbe però assumere 30 gr di alga il che è uno sproposito. Ma in ogni caso sapere che 5 grammi di alga kombu (già più fattibile) corrispondono a 22,5 mg di iodio è bene saperlo ed è meglio che niente.
6)      Le alghe giapponesi attualmente in commercio sono state raccolte e conservate prima dell’incidente, quindi possono ancora essere consumate, diciamo che fino a maggio giugno siamo sicuri (le scorte) poi eviterei di approvvigionarmi per il futuro di alghe giapponesi, stando più su quelle della Bretagna. Chi non sopporta le alghe in quanto tali,  può trovare le stesse in compresse.
7)      In caso di esplosione nucleare a Fukushima con arrivo della nube radioattiva nelle nostre vicinanze, evitate di passare troppo tempo all’aperto (camminata allenante terapeutica, corsa, bicicletta) per una o due settimane, mentre potete fare attività fisica in casa o in palestra.
8)      In caso di contaminazione dell’aria, cambiate gli abiti ogni volta che rientrate da fuori e fate una doccia accurata.
9)      In caso di nube radioattiva che contamina il suolo e quindi tutti gli alimenti, i cibi che concentrano maggiormente gli ioni radioattivi  sono il latte, i latticini e i funghi. Anche le verdure, la frutta, i cereali e i legumi saranno contaminati, ma non possiamo farci niente, a meno che non impariamo a vivere d’aria. Servirà però sapere che gli animali da allevamento (da carne), ingurgitano per vivere una quantità impressionante di vegetali, basti pensare che per produrre 50 kg di carne l’animale deve mangiare 790 kg di vegetali proteici. Quindi mangiare direttamente dai vegetali invece che dal cibo animale, consentirà di evitare una maggiore concentrazione di contaminazione radioattiva.
10)     Continuiamo con una alimentazione sana , perché è il meglio che possiamo fare per non impegnare troppo il sistema immunitario e lasciarlo quindi libero di lottare contro gli effetti nel corpo delle radiazioni (radicali liberi) e contro la “stupidità umana”.
11)     Pur rimanendo vigili su quanto accade, evitiamo di andare in risonanza con le paure degli altri, di alimentare quelle della mente genetica, e di  comportarci in maniera scomposta. Restiamo solidali. Questa comunicazione non vuole essere allarmistica, ma soddisfare un bisogno di avere risposte sul cosa fare in casi come questi a beneficio di coloro che ci seguono e che amiamo.


martedì 22 marzo 2011

Ricerca e religione

Diversi anni fa veniva detto:
“ I mussulmani non accettano che qualcuno si dichiari il profeta di Dio, perché? Perché se è il profeta di Dio, allora è giocoforza il più recente, il profeta più attuale, e Maometto diventa un modello antico, superato. Ma così Maometto può essere spodestato, quindi hanno stabilito che non ci sarà mai nessun altro profeta di Dio, Maometto è l’ultimo.
E perché mai? Forse Dio da quel momento in poi ha dichiarato bancarotta? Ha forse abbandonato l’umanità? Non ha forse più niente da dire a noi poveri mortali? Si è definitivamente fermato con Maometto? E perché?  E perché non si è fermato prima?
Per i cristiani si è fermato molto prima, con Cristo. Egli è il solo figlio di Dio. Ma perché non si è fermato prima di Cristo? Per i giainisti infatti si è fermato prima ancora, con Mahavira. Egli è l’ultimo dei teerthankara, l’ultimo profeta… ed è così ovunque. Ogni religione vuole che il suo profeta, il suo messia, sia l’ultimo. E così. Ogni volta che qualcuno diventa illuminato e lo dichiara, tutte le religioni organizzate saranno contro di lui.
Io sono nato all’interno della religione giainista. Il giorno che ho dichiarato di essere il venticinquesimo teerthankara, tutti si sono arrabbiati moltissimo. Hanno cominciato a dire: “il venticinquesimo? Ma non se ne fa menzione nelle nostre scritture!” Così ho detto loro: “ Possiamo riscrivere quei testi e aggiornarli. Com’è possibile che parlino del venticinquesimo? Quei libri sono stati scritti quando era vivo il ventiquattresimo. Ora noi possiamo scrivere del venticinquesimo e io farò anche un accenno al ventiseisimo, al ventisettesimo e così via…perché Dio non finisce qui con me…” “




Research and religion

Several years ago people used to say:
"Muslims do not accept anyone who declares himself to be a prophet of God, why? Because if this was so, then he would become the newest, the latest prophet, and Muhammad would therefore be out dated. But this way Muhammad can be ousted, so they decided that there will never be another prophet of God, that Muhammad is the last.
And why? Did God declare himself bankrupt from then on? Has he by any chance abandoned humanity? Does he have nothing more to say to us poor mortals? Has he definitely stopped with Muhammad? And why?  Why didn’t he stop sooner?
According to Christians, he stopped much earlier, with Christ, who is the only son of God. But why didn’t he stop before Christ? According to Jains, in fact, he stopped even before that, with Mahavira. He is the last of the teerthankara, the last prophet ... and it's like this everywhere. Every religion wants his prophet, his messiah, to be the last. This is how it is. Every time someone becomes enlightened, and declares it, all organized religions will be against him.
I was born in the Jain religion. The day I declared to be the twenty-fifth teerthankara, everyone became extremely angry. They all began to say, "the twenty-fifth? But there it is no mention of this in our scriptures!" So I told them:" We can update and rewrite these texts. How is it possible that they speak of the twenty-fifth teerthankara? Those books were written when the twenty-fourth teerthankara was alive. Now we can write about the twenty-fifth and I will also hint to the twenty-sixth, the twenty-seventh, and so on ... because God does not end here with me ... "

mercoledì 9 marzo 2011

racconto di un momento vissuto, nel crogiolo

Cerco di sviluppare l’impiego congiunto dei principi, il gesto asciutto deciso e lineare della spada, la morbidezza rotonda del taiji che tutto accoglie.

Sono risoluta nella mia vita “ordinaria”, professionale, famigliare, personale, sono abituata ad assumermi la responsabilità della mia esistenza, ma il lavoro su di sé è una faccenda di tutt’altro ordine!

Vorrei riuscire a mantenere la fermezza della spada nel perseguire gli obiettivi di lavoro su di me, per mantenere fermo il timone trovandomi su una barca che prende il largo nel mare agitato delle emozioni, mosso dallo spavento che trattiene nella scoperta del nuovo.
Sento l’agitarsi del corpo emotivo - eco dell’originaria paura della separazione, della nascita al mondo - ogni volta che alzo il tiro e provo a lasciare andare un altro aspetto della mia personalità, ogni volta che provo a uscire dalla diga foranea della presenza degli affetti e mi spingo in mare aperto, lontano dalle rive sicure.

Per mantenermi ferma nelle decisioni, a fronte delle parti della personalità che puntano i piedi, spesso mi trovo maldestramente a esprimermi nello scontro, non sono ancora capace di perseguire l’obiettivo (impiegando i principi della spada) attraverso un procedere più morbido e rotondo che tutto accoglie (come nel taiji).

E’ un traguardo che, quando non è frutto di ostentazioni fittizie, presuppone l’osservazione e la consapevolezza di ogni gesto, un corpo emotivo realmente addomesticato, con la possibilità di accogliere le asperità e i bisogni degli altri, delle persone che ci sono più vicine, senza avere l’impressione di venirne in qualche modo costretti e fagocitati, senza giudizio.

E’ la stessa morbidezza che cerco di applicare nell’osservazione di me stessa, delle parti che considero ingombranti.
Modificarsi nell’accettazione e nell’accoglienza di come si è non è banale. Mi pare molto più facile accogliere, accettare e integrare gli esiti del politrauma sul corpo fisico che altre e più lontane cicatrici: i moduli di comportamento imposti dai bisogni del corpo emotivo.
I condizionamenti sociali e culturali in questo campo sono ancora maggiori se si è donna. Rinnovo continuamente la scelta di seguire la spinta profonda all’esplorazione dell’ignoto per la comprensione del “grande meccanismo” nello spazio della mia vita, con gli strumenti di cui dispongo.

L’osservazione di sè, delle sensazioni, delle percezioni, delle emozioni, dei sentimenti, il lavoro sulle possibilità e i limiti del corpo fisico, lo sviluppo del corpo energetico, l’osservazione dei pensieri limitanti, le esperienze vissute, tutto ciò richiede l’esercizio di una irriducibile volontà. Il susseguirsi di esperienze nel loro schema ripetitive porta a rendersi conto che l’unico modo per arrivare a non ripetere i moduli di comportamento condizionati è essere presenti a se stessi, continuamente consapevoli.

Le emozioni che si vivono in questi passaggi sono come il fuoco nel processo di realizzazione dei metalli a partire dalla pietra grezza, è lo stato di ebollizione che permette la separazione degli elementi, la dissolvenza delle scorie, delle impurità, delle amalgame, per comporre una configurazione rinnovata, verso un nuovo ciclo, in preparazione del prossimo passaggio, attraverso questo crogiolo del solve et coagula.

Quando in questi giorni colgo i sintomi dell’ansia (che se guardiamo bene è la paura della separazione, della solitudine, dell’ignoto) mi soffermo sulla nota citazione che mi suggerisce un antico compagno di ricerca: non domandarmi dove porta la strada, seguila e cammina soltanto.

domenica 6 marzo 2011

ANCORA SUI PRINCIPI ALCHEMICI

Il contesto delle procedure alchemiche prevede anche la messa in campo di uno stato di rilassamento vigile che rifugga dal sonno. Quest’ultimo viene considerato un vero e proprio implacabile nemico per ogni pratica utile al conseguimento del risultato atteso.
Altro requisito indispensabile per la messa in atto di procedure alchemiche efficaci consiste nell’utilizzo del respiro. Questo deve essere ritmato e consapevole se vuole contribuire ad accendere nel ricercatore una piccola fiammella luminosa la  quale permetterà la prosecuzione della sperimentazione.
Anche il fantasticare viene visto dalla tradizione alchemica come ostacolo alla pratica in quanto porterebbe diritto all’addormentamento.
Chi vince il sonno, vince anche la morte. Più difficilmente confonderà la forma con la sostanza delle cose. Le tensioni emotive costituiranno il banco di prova principale del ricercatore alchemico. Rilassato sfuggirà allo schiacciamento sugli opposti evitando di reagire violentemente alle sollecitazioni emotive, reazione che annullerebbe di colpo tutti i risultati fin lì conseguiti


MORE ON THE PRINCIPLES OF ALCHEMY


Alchemical procedures also foresee being able to create a state of alert relaxation that doesn’t fall into falling asleep. Sleep is considered a real obstacle to any practice useful to achieving the aspired result.
Another essential prerequisite for the implementation of effective alchemic procedures is through the use of the breath. The breath must be rhythmic and aware if it wants to contribute to sparking a small the flame into the researcher that will allow him to continue the experiment.
Even daydreaming is seen as an obstacle by the alchemical tradition, as it can lead to falling asleep.
He who wins over falling asleep, wins over death. He will not so easily confuse the form of things with their substance. Emotional tensions will constitute the main test for the alchemical researcher, as being relaxed will help him escape being crushed by the opposites and avoid violent reactions to emotional situations; reactions that would destroy in an instant all the progress made.