lunedì 29 novembre 2010

LE ORIGINI TAOISTE DEL QI GONG

Il qi gong è forse una delle pratiche fondamentali con cui i seguaci del taoismo perfezionavano la conoscenza della natura umana e della vita in genere.
Tao è uno dei simboli più basilari e più comprensivi della lingua cinese. Il centro di ogni discorso filosofico e spirituale. Può significare una via, un sentiero, un principio, un metodo, una dottrina, un sistema; può anche indicare la matrice, la struttura e la realtà dell’universo stesso. Ogni arte e ogni scienza è un tao o una via; nello stesso tempo, l’origine di tutte le cose, la fonte di tutte le arti e di tutte le scienze, è chiamato il Tao o la Via.
Pensando che la natura ultima della Via fosse fondamentalmente al di là della comprensione umana, gli antichi taoisti cercarono le sue tracce nelle modalità con cui si verificavano gli avvenimenti nel mondo naturale, nel mondo sociale e nel mondo interiore della psiche individuale. Alla fine, la ricerca della Via li portò a investigare i vari campi della conoscenza e dell’esperienza.
Dopo generazioni di ricerche taoiste, nei campi basilari della vita, si giunse a riconoscere che seguire la Via conduceva a importanti conseguenze: straordinarie realizzazioni nella conservazione della vitalità fisica, la promozione di relazioni umane basate sulla sensibilità e sull’aiuto reciproco e lo sviluppo dei poteri mentali latenti, fra i quali l’intuizione e la preveggenza. Inoltre, secondo l’etica della Via del tao, questi risultati, una volta realizzati, non dovevano essere tenuti per sé, ma messi al servizio dell’umanità. In accordo con la natura elusiva della Via, le sue benefiche applicazioni non dovevano essere esibite arrogantemente davanti agli altri, ma dovevano essere diffuse in un modo poco appariscente e tuttavia efficace.


THE TAOIST ORIGINS OF QI GONG

The qi gong practice is perhaps one of the key practices with which the followers of Taoism improved their knowledge of human nature and life in general.
Tao is one of the most basic and all-inclusive symbols of Chinese language, the heart of every spiritual and philosophical discourse. It can be interpreted as a way, a path, a principle, a method, a doctrine, a system and can also indicate the matrix, the structure of the universe and of reality itself. Every art and every science is at the same time a Tao or a Way, the source of all things. The source of all art and all science is hence called the Tao or the Way.
The ancient Taoists believed that the ultimate nature of the Way was fundamentally beyond human comprehension, and sought its trails in observing the way in which events occurred in the natural world, in the social world and the inner world of the individual psyche. Eventually, the search for the Way led them to look into the various fields of knowledge and experience.
After generations of Taoist research in the basic areas of life, they came to recognize that following the Way led to important consequences: outstanding realisations in the preservation of physical vitality, the promotion of human relationships based on sensitivity and mutual support and the development of latent mental powers, including insight and foresight. Moreover, according to the ethics of the Way of Tao, these results, once achieved, should not be kept for oneself, but put at the service of humanity. According to the elusive nature of the Way, its beneficial implementations should not be exhibited arrogantly in front of others, but should be disseminated in an inconspicuous yet effective manner.

domenica 28 novembre 2010

Il Respiro

L'attenzione portata al respiro che acquisiamo dallo yoga è uno strumento potente per il governo di sé, consapevolezza, collegamento, salute. Mi ci sono soffermata nei periodi in cui facevo apnea e continuo a impiegare questo strumento regolatore straordinario così intimamente legato alla vita.
In questo periodo porto attenzione al respiro in varie occasioni nella giornata, quando sento aumentare la fre
nesia nelle cose da fare, quando voglio evitare che meccanismi emotivi inopportuni prendano il sopravvento. Respiro consapevolmente e così prendo contatto con il corpo fisico ed energetico, ritrovo la mia centratura, ma anche impiego il respiro per curarmi, come nelle tradizioni taoiste del qi gong, rinnovando la mia energia.
Pratico la respirazione con il mantra ham - sah che è descritto nel post sulla meditazione, e poi anche:

il “respiro curativo
, caratterizzato da tre tempi con il ritmo 1 - 4 - 2. Inspiro (1) sentendo che sto assorbendo l’energia nutriente e creativa, senza forzature sento ampliarsi la pancia e la schiena sotto il diaframma e raccogliere come in un calice questa energia (Prana). Trattengo (4) e porto l’attenzione alle varie parti del corpo dove sento di distribuire l’energia rigenerante che ho assorbito nell’inspirazione. Espiro (2) sentendo che invio alla terra, in modo che possa trasformarli, le scorie e i dolori che ha prodotto il mio organismo. Respiro dal naso e non conto il tempo nella mente (per evitare che questo intervento riduca l’efficacia della pratica) ma valuto la lunghezza delle fasi o attraverso il mantra, o sentendo il battito del cuore, o a sensazione o contando i passi se sto camminando. per me è una pratica davvero rigenerante!
un’altra pratica che sento curativa efficace e corroborante è la respirazione “a becco di corvo”. arrotolo la lingua ed inspiro aria raffrescata così, deglutisco, applico la ritenzione del respiro e poi espiro dalle narici.
la respirazione "solare e lunare”, alternando le narici destra (solare) e sinistra (lunare) con l’impiego delle dita (pollice e medio). Verifico di avere la schiena in una postura corretta, allineata e poi inspiro dalla narice destra, trattengo e cambio narice, espiro dalla sinistra e poi di nuovo dalla sinistra inspiro e poi cambio narice. Proseguo così, anche inserendo le ritenzioni come nelle respirazioni precedenti.

Quando entra aria, energia pulita mi immagino avvolta in uovo dorato che irradia come un piccolo sole, sento gli elementi aria, terra, fuoco, acqua, etere che vanno a vivificare i corrispondenti che sono dentro di me.
Mi piace praticare la respirazione al mattino, ma essendo una un po’ agitata di natura, la pratico anche quando mi sveglio durante la notte e sento il tutto riprendere il suo equilibrio, mi sono dimenticata così i periodi di insonnia! Il respiro è lo strumento che impiego per calarmi in una dimensione di collegamento nei momenti di contatto più intimi con il mio partner.

buona pratica

sabato 27 novembre 2010

Shi li, “impastare” l’energia nel corpo

Con la pratica del ritsu zen fondamentalmente accumuliamo energia e creiamo una rete di connessioni nel corpo che ci permetterà di esprimere una forza straordinaria, esplosiva. Ciò è possibile grazie all’integrazione dei tanti piccoli movimenti (zeng thi) che si costruisce nell’immobilità della postura.
Lo step successivo è costituito dallo Shi li che consiste in movimenti molto lenti rallentati da resistenze elastiche create con la funzione mentale “yi”. In altre parole si tratta “impastare” l’energia che si è accumulata nelle posture statiche, nei movimenti espressivi delle varie tecniche. La fase dello shi li è assolutamente necessaria per finalizzare l’energia che altrimenti, in eccesso, potrebbe creare problemi al livello di equilibrio energetico del corpo. Infatti, come noto, secondo la medicina tradizionale cinese, l’equilibrio del corpo è minacciato sia da carenze che da eccessi energetici.
Nella fase dello shi li, qualsiasi gesto si carichi di energia diventa per questo un gesto potenzialmente marziale, anche una semplice camminata. Per marziale si intende qui un gesto che può essere usato per autodifesa in caso di aggressione.
In questo video un esempio di qi gong.


Shi Li, "kneading" energy into the body

With the practice of Ritsu zen, we practically store energy and create a network of connections in the body that will allow us to express an explosive and unique strength. This is possible through the integration of many small movements (zeng thi) that is built into the stillness of the posture.
The next step is Shi li, a practice made up of very slow movements, which are slowed down by the creation of elastic resistances that achieve with the mental function "yi". In other words, it consists in "kneading" the energy that we accumulate in still postures, in the expressive movements of the various techniques. The Shi li phase is absolutely necessary to direct the energy that, being otherwise in excess, could create problems to the balance of the energy levels of the body. In fact, it is common knowledge that according to traditional Chinese medicine, the balance of the body is threatened by both lack and excess of energy.
During the practice of Shi li, any gesture that is charged of energy becomes a potentially martial gesture, even a simple stroll. With the term martial, we mean a gesture that can be used for self-defense.

 

giovedì 25 novembre 2010

La dimensione marziale del qi gong

Nel qi gong l’aspetto marziale è caratterizzato dalle procedure per pervenire ad esprimere una forza straordinaria. Queste procedure partono da un metodo basato su una forma di introspezione che mira a fortificarsi partendo dall’interno del corpo, a partire da sensazioni interne guidate da un lavoro mentale che si chiama “yi”.

La pratica del ristu zen
Il ritsu zen è il primo gradino del qi gong e consiste in una serie di posture “statiche”.
La postura esteriormente, apparentemente immobile rivela molto altro: i differenti muscoli sono animati senza tregua da movimenti di ampiezza minima che seguono le direttive mentali; non si tratta di un’immobilità pura e semplice. Lo sforzo mentale chiamato “yi”, qui è determinante. Questo termine non ha corrispondenti in italiano; parole come pensiero, intenzione, volontà, sensazione diretta, ne rappresentano una traduzione approssimativa e parziale. Per questa ragione il qi gong è considerato un metodo interno nella storia delle arti marziali. Nei metodi esterni, come in altre discipline, è principalmente attraverso la ripetizione che si acquisisce la tecnica e la potenza.
Obiettivo della pratica del ritsu zen è la formazione di una rete fisico-nervosa particolare con l’attivazione dei muscoli involontari secondari che normalmente restano a riposo nei movimenti abituali.
Nei prossimi post approfondiremo e svilupperemo questi argomenti.
Continuate a seguirci!




The martial dimension of Qi Gong
In qi gong martial aspect is characterized by those procedures used to reach and express an extraordinary force. These procedures start from a method based on a form of introspection that aims to fortify itself starting from the inside of the body, starting from internal sensations led by a mental work which is called "yi".


The practice of Ritzu-Zen 

The Ritsu Zen pose is the first step of qi gong which is made up of a series of "static" postures.
From the outside the apparently still posture reveals much more: the various muscles are relentlessly driven by minute movements directed by the mind, so we are not talking about a simple and straightforward stillness. The mental effort called "yi", in this case is crucial. This term does not have English equivalents, words like thought, intention, desire, direct feelings, are but a rough and partial translation. For this reason, in the history of martial arts qi gong is considered an internal method. In external methods, as in other disciplines, technique and power are acquired mainly through repetition.
The objective of practicing Ritsu Zen is creating a particular physical-nervous network through the activation of involuntary muscles that normally remain at rest in everyday movements.
In the next posts we will further develop these topics.
Stay tuned!

mercoledì 24 novembre 2010

Laboratorio olistico Anidra nella giornata mondiale per l’infanzia 2010

Lo scorso sabato abbiamo realizzato un laboratorio per i bambini della scuola primaria. Abbiamo sviluppato un percorso sensoriale attraverso le parti della pianta, invitandoli a sentire, e a sentire come una pianta, a percepire il collegamento con il mondo naturale, secondo un approccio olistico.

Il percorso, organizzato in uno spazio piuttosto buio, si dislocava in otto stazioni, ciascuna caratterizzata da
  • il materiale che contraddistingue il tema,
  • un colore e una luce (riferiti ai chakra),
  • un’immagine dello stesso colore,
  • un suono (la nota musicale nell’ottava e uno strumento particolare),
  • e anche una fragranza.
Passando attraversando una porta costituita da un serpente che si morde la coda, i bambini erano accompagnati attraverso un viaggio nell’esperienza sensoriale, nel sentire.
Ecco le otto stazioni (come le otto direzioni che troviamo nel taiji e nel feng shui)
  1. RADICI, Radici e terra, rosso, nota do, suono di tamburi e di bassi.Cercare calore, nutrimento, ricchezza. Sentire la solidità della terra che ci sostiene, mettere radici, diventare forti e saldi per potersi sviluppare verso l’alto. I bambini erano invitati a infilare le mani nella terra, ad affondarle e a sentire come un albero sviluppa le sue radici.
  2. GERMOGLIO Germogli di grano, ceci, fagioli, colore arancio, nota musicale re, flauto. Ecco la prima spinta vitale, energia nuova e fresca, la gioia di nascere e la voglia di crescere I bambini toccavano i germogli, li osservavano stupiti, per quasi tutti loro era la prima volta che li vedevano.
  3. FUSTO Cortecce d’albero, colore giallo, nota musicale mi, pianoforte. La forza che porta in alto, l’espressione delle proprie attitudini, dei propri talenti, la centratura che sostiene lo sviluppo, la determinazione. I bambini accarezzano le cortecce, le toccano con le guance, si soffermano sulle sensazioni tattili.
  4. RAMI Rami di castagno, colore verde, nota mi, violini. Ricercare collegamenti, diverse opportunità, scelte, creare l’abbondanza. I bambini si mettono a occhi chiusi con le braccia alzate e le mani aperte e sono guidati a sentirsi come un albero, a sviluppare le proprie fronde nel sentire gli alberi intorno, il vento, il sole.
  5. FOGLIE Foglie autunnali colorate, colore blu, nota fa, voce. Essere sensibili alla luce, permeabili all’aria, Lo scambio tra dentro e fuori e il contatto con ciò che sta in alto, questa è la voce delle piante. I bambini si tuffano in un passaggio colmo di foglie, gattonano, camminano a contatto, ascoltano il fruscio, le lanciano in aria.
  6. FIORI Fiori, colore indaco, fragranza, nota sol, arpa. La bellezza che serve alla vita, la seduzione dei colori e l’estasi del profumo. I bambini toccano e annusano i fiori, si chiedono perché siano colorati e profumati.
  7. FRUTTO Prugne, colore viola, sol, sax soprano. Il dono della natura, l’abbondanza per tutti gli esseri viventi. I bambini assaggiano la frutta, la gustano.
  8. SEME Semini di grano e di ortaggi, colore bianco, silenzio. Il miracolo della vita che genera la vita, le infinite possibilità, l’uovo cosmico. I bambini raccolgono un seme che interrano in un vasetto, lo annaffiano e lo portano a casa.
Dall’osservazione del laboratorio olistico ci siamo accorti che a fronte di qualche bambino che si tuffa nell’esperienza, per la maggior parte rimane difficile il sentire, rimangono bloccati dall’idea di sporcarsi, dicono di avere paura, sono abituati a vedere, ad ascoltare e molto meno a toccare e sentire con l’intero corpo.

Questo feed back più di qualunque complimento ci ha fatto capire quanto sia interessante quest approccio che crea uno spazio per lasciare la mente appesa all’attaccapanni in ingresso, accanto al giaccone!

martedì 23 novembre 2010

Il tai chi e lo yoga: i princìpi che li rendono pratiche utili per affrontare i problemi quotidiani.

L’importanza del percorso e non del punto di arrivo.

Frasi come “starò bene quando avrò cambiato lavoro, quando arriverò a casa stasera, quando avrò un figlio, quando troverò un fidanzato, quando sarò in ferie…” affollano la nostra mente.
In questo modo la nostra attenzione e le nostre energie non sono concentrate sul presente, ma sul futuro. Il futuro però non esiste ancora, pertanto le nostre energie sono concentrate su qualcosa che non c’è, sul niente, quindi sono disperse. La nostra vita invece è adesso e pratiche come il tai chi e lo yoga ci aiutano ad insegnare alla nostra mente a stare concentrata sul presente.

Nel  tai chi e nello yoga  il percorso, il momento in cui il gesto si svolge, ha la stessa importanza del risultato del movimento stesso.

Ad esempio: l’applicazione marziale del tai chi prevede che un movimento di attacco, come una spinta, inizi nella carica, si concretizzi nella presa di contatto con l’avversario e si concluda con la spinta vera e propria. Non è importante solo la spinta. Non è importante solo il punto di arrivo. Ogni fase del movimento è importante ugualmente, e ogni momento costruisce ed è indispensabile per il successivo.

Ugualmente è importante imparare a vivere intensamente gli istanti che costruiscono le nostre giornate, senza considerarli meramente attese di qualcosa.

sabato 20 novembre 2010

Utilità della meditazione nella crescita personale

Da sempre la meditazione costituisce un utile strumento per la crescita personale.
Ecco alcuni consigli per utilizzare questo tipo di pratica.


Come Meditare

Ci sono molti modi di meditare. Si descrive un tipo classico di meditazione che è molto semplice.
Mantra: un mantra è un suono, parola o frase che ti ripeti. Può essere detto ad alta voce, come un canto, o in
silenzio, come nella meditazione. I migliori mantra sono suoni che non hanno nessun significato particolare,
e sono usati per rimuovere i tuoi pensieri abituali e spostare l'attenzione dentro di te. Ci sono molti mantra
che vanno da parole prese dal Sanscrito Indù alle scritture Cristiane. Se non conosci nessun buon mantra da
usare suggerisco di usare "hamsa". Questo è un mantra naturale, essendo il suono che uno fa mentre respira,
con "am" nell'inspirazione e "sa" nell'espirazione.
Indicazione per la meditazione hamsa:

♦ Siediti comodo. Un posto tranquillo è consigliato, ma non necessario.

♦ Chiudi gli occhi. Respira naturalmente. Siediti per circa un minuto prima di iniziare a pensare al
mantra per permettere al tuo cuore e respiro di rallentare.

♦ Con dolcezza porta la tua attenzione sul tuo respiro e inizia a pensare al mantra, senza sforzarti.
Lascialo venire, non forzarlo. Pensa "am" quando inspiri e "sa" quando espiri. Lasciati andare in
questo.

♦ Permetti ai tuoi pensieri e emozioni di venire ed andarsene con distacco. Non provare a controllarle in
alcun modo. Notali solo, e quando scopri che non stai più ripetendo il mantra, ricomincia a ripeterlo
con dolcezza. Non provare a forzarti a pensare al mantra sino all'esclusione di tutti gli altri pensieri.

♦ Potresti provare un profondo stato di rilassamento. Medita in questo modo per 20 minuti (per i
bambini un po’ meno).

♦ Quando hai fatto, prenditi un minuto per ritornare lentamente allo stato di attenzione naturale. Non
sforzarti di aprire gli occhi o alzarti dopo la meditazione. Alzarti troppo in fretta dopo lo stato di
profondo rilassamento che risulta spesso dalla meditazione non fa bene al tuo cuore.
Nota: va bene dare un'occhiata a un orologio. **Non usare un orologio con suoneria**.
Inoltre:

♦ Tieni la spina dorsale dritta, testa bilanciata sulla colonna vertebrale.

♦ Come preparazione pre-meditativa, sposta la tua attenzione sull'azione fisica di respirare. Respira
naturalmente e durante ogni ciclo della respira-zione concentrati su una parte differente del tuo corpo,
prestando attenzione ai cambiamenti in quella parte come risultato della respirazione: l'alzarsi e
abbassarsi della cassa toracica; il movimento dell'ombellico; la sensazione dell'aria che entra ed esce
dalle narici; puoi sentire qualche movimento dei reni? E del bacino- senti il bacino piegarsi quando
respiri? C'è una pausa? Se non senti queste cose va bene, prendile solo in considerazione, una alla
volta, e vai avanti. (Questo può anche servire come una breve meditazione che può essere fatta mentre
si aspetta al semaforo, o come una piccola pausa durante il lavoro e lo studio.)
Durante la meditazione il tuo scopo è solo l'attenzione, nient'altro. E' ora di connettere la tua fonte
interiore e lasciarti andare dalle cose e regole da cui si è preso: lavoro, preoccupazione e responsabilità.
Può essere che la tua meditazione è lenta e rilassata, oppure frettolosa e piena di pensieri ossessivi. Ad
ogni modo la meditazione giornaliera avrà un effetto positivo sulla tua vita.


Benefici della Meditazione:

I benefici sono differenti per ogni persona, ma un bilanciamento fisiologico e psicologico è comune.
Alcuni bnefici saranno realizzati molto in fretta, e altri solo dopo mesi, per questo non ti scoraggiare.
Quando meditare: Si consiglia di meditare due volte al giorno. Prima della colazione e prima di cena
sarebbe preferibile. (Il sistema digestivo spesso si ferma durante la meditazione, così se si ha lo stomaco
pieno può venire un'indigestione.) Ricorda qualsiasi cosa succeda, va bene. Va bene addormentarsi o non
rilassarsi, va bene ridere o piangere, va bene essere, o non essere in uno stato alterato, va bene se il
mantra non segue il respiro come avevo suggerito, o anche lo dici tutt'insieme. Ciò che è importante è che
tu hai l'intenzione di pensare al mantra mentre mediti. In breve, non provare a controllarlo! Per venti
minuti, due volte al giorno, lasciati andare.
Se sei stanco quando mediti potresti addormentarti. Comunque, non usare la meditazione come un'aiuto
per dormire. Se soffri di insonnia medita durante il giorno e l'insonnia probabilmente si prenderà cura di
sé stessa.
"Sedere comodi" per meditare non significa a gambe incrociate. Se secondo te questo è comodo, puoi
meditare in quella posizione. Comunque, sedere con i piedi sul pavimento, eretto ma comodo su una sedia
va comunque bene. Non sdraiarti.


Buona pratica!!

domenica 14 novembre 2010

Il contributo del Feng Shui

I principi e i criteri che approfondiamo nella scuola vengono esplorati nelle varie discipline, tra queste applichiamo nel recupero del territorio al Centro Anidra l’arte del Feng Shui.


· Siamo immersi in un campo di energia

L’energia che proviene dall’universo interagisce con la salute, le emozioni, i pensieri, le decisioni, influenza i comportamenti che definiscono le nostre vite, in collegamento con la nostra “fortuna terrestre”.


· Che cosa è il feng shui

L’antica arte del Feng Shui ci insegna a comprendere il funzionamento dell’energia, del Qi. Attraverso un profondo sentire, favorisce il nostro collegamento alla Terra e al Cielo, recuperando la nostra qualità di Esseri umani “ricetrasmittenti” e co-creatori nella danza cosmica della vita.


· A cosa ci serve

Con l’arte del Feng Shui preserviamo il Qi trasportato dal vento prima che venga disperso, usiamo l’acqua per trattenerlo e attivarlo, per un nostro buon uso.

L’ambiente esterno è parte di sé, lo spazio in cui abitiamo è in collegamento con lo spazio interiore. Con l’uso di forme, orientamenti, materiali, colori, entriamo ad arte in contatto con l’energia, realizziamo la migliore configurazione degli spazi per esprimere le potenzialità di ciascuno.

mercoledì 10 novembre 2010

SPADA COME ESTENSIONE DI SE

Nel Giappone antico si sviluppò l’arte della spada come estensione del sé del guerriero (samurai).
Un samurai era tale solo agli occhi altrui, non ai suoi, non ne aveva, era  già morto. Per un samurai non c'era un domani, non c'era un ieri, non c'era nemmeno il presente, c'era solo il qui e ora, il qui e ora, era tutta la sua vita, tutta la sua esistenza, tutti i suoi ieri,  oggi, domani.

Non provava avversione né timore per l'avversario, così come non provava attaccamento per la sua o altrui vita. Un samurai non aveva una vita,  perché non c'era nessuno a possederla. Il samurai agli occhi altrui era il peggior  nemico che si potesse incontrare, non aveva niente da perdere, a cominciare dalla cosa  più preziosa, la sua stessa vita.
Nell’arte di maneggiare la katana (spada giapponese) il samurai mostra le influenze derivate dallo zen, fondamentali per sviluppare alcune qualità.
Con queste qualità il guerriero svuota la sua mente e diviene immune da ogni influenza esterna. Questa espressione si riferisce ad una mente sempre attiva, flessibile  e capace di agire senza lasciarsi impedire da ostacoli che sarebbero fatali per uno guerriero. Presupposto essenziale per il conseguimento di uno stato mentale che trascende la semplice tecnica era il possesso di un grande e forte Ki. Simbolo della fede e delle leggi , questa spada rappresentò simultaneamente il passato ed il presente, il centro del potere spirituale e politico e naturalmente la personalità dell'uomo che l'impugnava  attraverso l'estensione del suo  Ki.
Vai al video su youtube

lunedì 8 novembre 2010

Qi gong ed equilibrio emozionale


“Tu sei sempre stato uno che tutto sopportando nulla subisce: e con pari animo accoglie i favori e gli schiaffi della Fortuna (…) Mostrami un uomo che non sia schiavo delle passioni e me lo porterò chiuso nell’intimo del cuore, nel cuore del mio cuore, come ora te.”

   Così Shakespeare fa dire ad Amleto all’amico Orazio. Sapere governare le proprie emozioni era considerata una virtù strategica anche nei tempi passati. Resistere alle tempeste emotive causate dalle vicende della vita è la chiave del benessere interiore. Ciò non significa che occorre diventare insensibili, cioè incapaci di sentire, per essere equilibrati emozionalmente, bensì sarebbe auspicabile sviluppare la capacità di frenare gli eccessi emozionali soprattutto quando durano a lungo e minano la nostra stabilità.
   Tuttavia è della massima importanza considerare l’equilibrio emozionale, no la soppressione delle emozioni ma il terreno di espressione di ciascuna di esse con il suo valore e il suo significato.

   La pratica del qi gong può rappresentare un valido aiuto per il conseguimento di tale equilibrio. Soprattutto nelle posture di accumulazione (posture statiche), lo sviluppo dell’autoconsapevolezza è fortemente stimolato. Si produce, in altri termini, man mano che si approfondisce qualitativamente la pratica, una continua attenzione ai propri stati interiori. In questa consapevolezza introspettiva la mente osserva sia i processi del pensiero che i movimenti emotivi. La capacità di osservazione aumenta con la creazione di uno stato di profonda tranquillità capace di liberarci, seppur momentaneamente, da stati d’animo non armonici. Attenzione ai propri stati interiori, osservazione ecc. rappresentano strumenti eccellenti per coltivare uno stabile equilibrio emozionale.

sabato 6 novembre 2010

Qi gong, alimentazione, magnetismo e digiuno


Molte delle facoltà di cui siamo dotati rimangono nascoste dentro di noi poiché non ne facciamo uso. Molti vivono senza coltivare il proprio potenziale di salute attraverso un'adeguato esercizio fisico e una adeguata alimentazione. Con quali risultati? Malattie e vecchiaia precoce.
Il magnetismo è una di queste doti presente all’interno di noi e che può essere sviluppata attraverso la pratica del qi gong.
Viceversa una non corretta alimentazione può influire negativamente.


Sono molteplici i fattori che influiscono sullo sviluppo del
magnetismo. In primo luogo, la qualità e la quantità del cibo
che ingerite. Un'alimentazione eccessiva e sbagliata nuoce allo
sviluppo del potere magnetico perché ha un
effetto negativo sulle energie vitali del corpo. Ad esempio,
coloro che appesantiscono l'organismo mangiando troppa carne
indeboliscono il proprio magnetismo. La stessa cosa può dirsi di
altri alimenti non adatti al corpo umano. Al contrario, gli
alimenti puri come la frutta fresca, lo rafforzano.
Per quanto concerne la quantità deve essere tale da farvi
sentire un leggero appetito quando vi alzate da tavola. Non
mangiate a sazietà. Appesantire lo stomaco riduce l'energia
vitale con conseguente diminuzione del magnetismo.



Effetto del digiuno sul magnetismo.

Il digiuno invece, se affrontato con criterio, costituisce senz’altro un’esperienza sicuramente significativa in grado di sviluppare il proprio campo magnetico. Soprattutto se praticato insieme al qi gong.
Già Yogananda osservava che:
“Nel corso di un lungo digiuno scoprirete presto che la fame scompare e che non avete più voglia di mangiare. E' pericoloso digiunare a lungo se non sapete come regolarvi, ma conoscendo le modalità del digiuno, non si determina alcun problema. Un'eccessiva alimentazione rende schiave le forze vitali dell'organismo che, invece, vengono vivificate da un digiuno regolare, ad esempio da uno a tre giorni consecutivi, e accrescono il magnetismo del corpo.
Voi siete l'anima, che per sua natura è di gran lunga superiore a un effimero corpo di carne. Digiunando, scoprirete che è l'energia cosmica, o prana, a mantenere in vita il corpo. Questa energia intelligente, che si è lasciata condizionare dal cibo, impara così a fare maggiore assegnamento su se stessa.” (dal ‘Il Divino romanzo’)

giovedì 4 novembre 2010

Il tai ji quan e l’arte del combattimento


Il termine cinese quan viene spesso tradotto con la parola boxe.
Oggi l’aspetto marziale del tai ji quan viene spesso presentato con l’esercizio del tui shu (spinta con le mani), che però è un esercizio propedeutico al combattimento e non la sua finalità.
Al posto di esercitarsi con le tecniche di combattimento, che comportano pur sempre dei rischi, i praticanti nella lunga storia di questa disciplina, hanno messo a punto molteplici forme di tui shu come esercizio  al combattimento simulato, evitando di ferirsi. Lo scopo del tui shu era quindi quello di sviluppare alcune abilità nel combattimento.
Contrariamente alla sua apparenza, il tai ji quan può essere una temibile arte di combattimento. Può essere, perché questa potenzialità è contenuta nei principi costitutivi che vanno compresi e infusi nell’esecuzione delle tecniche.
Se esaminiamo queste tecniche, si tratta di immobilizzare, schiacciare l’avversario, deviare la sua forza al fine di dominarlo.
La maggior parte dei praticanti di ta ji quan al giorno d’oggi si esercita per coltivare e sviluppare la sensibilità per aumentare l’energia (Qi) e promuovere il proprio benessere psicofisico.

mercoledì 3 novembre 2010

Tai ji quan, yoga, qi gong ora insieme per moltiplicare i risultati.

Il tai ji quan, lo yoga e il qi gong sono nel gruppo delle pratiche fisico-energetiche potenzianti, cioè in grado di innalzare qualitativamente la vita di una persona.
Non tutte le pratiche in cui si utilizza il corpo hanno questa caratteristica, esistono infatti anche modelli limitanti.
Le differenti caratteristiche sono dovute ai principi che ispirano queste discipline.
Ognuna di esse ci offre una visione soggettiva di un mondo che avrà differenti tipi di influenza su di noi.
Nel tayoqi queste discipline si integrano e si praticano in una forma unitaria, questo consente di avvicinare gli effetti prodotti, dando un grande potenziamento al risultato raggiunto.

lunedì 1 novembre 2010

Il nostro punto di vista

Kenjitsu
Tai ji quan, Qi gong, Yoga, Kenjitsu, Specchi esseni, formazione manageriale, la Scuola di Formazione Anidra utilizza questi elementi per uno sviluppo globale ed armonico dell’individuo dal punto di vista fisico, emozionale e mentale. Un insegnamento che tiene conto della complessità della struttura umana e, attraverso l’utilizzo di discipline e saperi orientali ed occidentali, tende alla costruzione di una personalità dal sentimento stabile capace di realizzare gli obiettivi fondamentali nella vita di una persona.




Per approfondimenti