La pratica del tayoqi favorisce la formazione di una centratura, ovvero la capacità di stare nel presente. Questa capacità è una condizione fondamentale per produrre stati di “osservazione di sé” attraverso i quali ci vengono fornite le informazioni chiave di ciò che siamo e di come funzioniamo.
Stare nel presente non è così semplice per via di tutte le stimolazioni che riceviamo dall’esterno e dall’interno di noi stessi. Nel bel mezzo dell’esecuzione di una posizione yoga, per esempio, la mente può cominciare a vagare intorno a pensieri sulla cena, sul dessert, o su che cosa ordinare per il pranzo. I pensieri che si allontanano dal lavoro in corso indicano una condizione in cui i meccanismi primordiali sfuggono al governo della nostra mente. Il corpo è abbandonato e l’energia si divide: quella fisica impegnata nel movimento, quella mentale in una fantasticheria sul cibo. Non c’è un livello più elevato di attività che possa integrarle. La situazione è caotica e non può essere produttiva. La posizione è mal eseguita e potrebbe anche dar luogo ad una lesione. L’attività mentale col suo assorbire e sprecare energia, è priva di scopo e fuorviante. Manca una funzione integratrice superiore.
In una condizione come questa la pratica dovrebbe privilegiare lo stare in ritsu-zen per ricondurre la mente al suo oggetto di partenza. Nel tayoqi questo è possibile in quanto la sequenza formale è resa flessibile dalle esigenze di sviluppo personale.
Tayoqi and the Center
The practice of tayoqi favours the formation of ones’ centre, or in other words, the ability to stay in the present. This ability is a fundamental prerequisite for achieving states of "Self Observation" through which we are can access key informations on what we are and how we function.Being in the present is not a simple task because of the amount of stimuli that we receive from the outside world and from within ourselves. In the midst of performing a yoga posture, for example, the mind can start to wander around thinking about dinner, dessert, or what to order for lunch. The fact that our thoughts start to wander away from the physical work that we are performing indicates that our mind is not able to govern such primordial mechanisms. Hence the body is abandoned and our energy is divided: the physical energy is engaged in the movement, while the mental energy is engaged in daydreaming about food. A higher level of activity that can integrate these two aspects is missing and such a situation is chaotic and therefore unproductive. The yoga posture is not being carried out properly and may even lead to injury. The mental activity, with this consumption and waste of energy, is pointless and misleading. A higher function that is able to integrate these different energies is missing.In such a situation, one should privilege a practice such as Ritsu-zen to bring the mind back to the initial objective. In the practice of tayoqi this higher integrating function is possible, as the formal sequence of postures is made flexible by ones’ personal development needs.
Quindi, se con la mente non riusciamo a stare totalmente in quello che facciamo, conviene rimettersi in ritsu-zen?
RispondiEliminaImitare posizioni yoga pensando ad altro è inutile come è inutile cercare di forzare la mente?
Come si controlla la mente?
Grazie per qualunque risposta :-)