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lunedì 14 aprile 2014

Un risultato dell'autoprogrammazione

(condivido l'esperienza di una mia compagna di ricerca)
Ho voglia di condividere una bella esperienza...

mi sono sentita dire mille volte "sentilo perfetto" e non sono mai riuscita a capire che il vero significato era un altro
ho sempre interpretato queste parole come "lui è perfetto"
mi sentivo attaccata, ho sempre pensato che mi venisse addossata la responsabilità dei vari problemi e che lui venisse scagionato da ogni responsabilità
e mi chiedevo: ma come è possibile che certe cose non si vedano? non sono io, è lui quello sbagliato, non è perfetto..
e mettevo tutta l'attenzione lì, senza spostarmi di mezzo milllimetro

poi ti ritrovi sola, sei lontana (fortunatamente fisicamente ma non con il cuore) e questo rende difficile ogni gesto, ogni movimento emotivo..
è come muoversi immersi in una sostanza gelatinosa, a rallentatore.
cerchi di cogliere e osservare il più possibile ma tutto sfugge e ti ritrovi in una melma soffocante che ti chiude la gola e non riesci più a parlare
le emozioni "negative" prendono il sopravvento e arrivi a distruggerti..
credi di essere sola e non poter chiedere aiuto a nessuno, tantomeno al maestro che ti ha sempre puntato il dito difendendo l'altro..
e la mente annaspa con mille punti interrogativi che si autoalimentano e ti annebbiano
ma c'è una piccolissima lucina in fondo al tunnel....devi riuscire ad arrivarci!
se vuoi respirare  e risolvere almeno qualcosa devi darti da fare, sei sola e devi sfruttare al massimo ogni occasione, devi far tesoro di quei pochissimi momenti che hai a disposizione vicino al maestro e pomparli e gonfiarli e succhiarli fino al midollo
devi riuscire a mettere in pratica VERAMENTE qualcosa di quello che lui ti mostra..

sta dicendo che quando siamo in stato alfa possiamo parlare alla nostra "coscienza"
che possiamo progammarci andando a scardinare le convinzioni profonde
perchè non provarci? in fin dei conti ho sempre osservato che le ore passate in macchina sono quasi magiche; si genera un rilassamento molto piacevole
sono in alfa! e allora datti da fare!
ma devo dirmi la cosa giusta! cosa?
...LUI E' PERFETTO...
lo ripeto nella mente tante volte mentre guido con un bel teporino in macchina, la luce del mattino e tutto che scorre intorno..

negli ultimi tre mesi sono arrivata ad essere disgustata dal mio compagno
la situazione è precipitata in maniera indescrivibile
nessuna interazione di tipo fisico, mentale, emotiva, niente di niente
arrivare a voler essere miglia e miglia distanti, provare rabbia rancore verso di lui e non riuscire ad avvicinarsi
nessuna carezza, nessun bacio, nessuna parola carina, solo indifferenza, discussioni, lacrime, rabbia, urla...

..lui è perfetto...l'eco risuona nella mente, la giornata passa e quando torni a casa la sera senti dentro che hai voglia di accarezzargli le mani..
cosa mi sta succedendo? da dove arriva questa cosa? è cambiato qualcosa
la percezione di lui è cambiata, non è importante che faccia le cose come devono esser fatte, ma come io lo sento
ho voglia di un abbraccio, del SUO abbraccio..
C...O FUNZIONA!
allora ti avvicini, gli tocchi la mano e gli rivolgi la parola in maniera delicata
lo guardi negli occhi e dentro lo senti perfetto...

mercoledì 2 aprile 2014

LO SPAZIO DENTRO LA CONFUSIONE

Quando la mente è confusa dai pensieri e imbrigliata nelle reattività, veniamo strappati via dal presente, incapaci di vedere la possibilità di apertura che essa possiede naturalmente.
Il suo stato naturale è una consapevolezza aperta, chiara e luminosa, che riflette come uno specchio tutto ciò che riguarda la nostra esperienza. E, come uno specchio, la mente ha la capacità di rimanere indifferente alle immagini che in lei appaiono.
Questa naturale consapevolezza è come uno spazio: i nostri pensieri, sentimenti, e ricordi nascono in questa ampiezza. Abituare le nostre menti alla meditazione porta a risvegliare questa consapevolezza aperta e naturale.
Ma l'intrecciarsi delle nostre abitudini mentali ed emotive, riempie tutto lo spazio. Così quando cerchiamo di vedere con più chiarezza qualche circostanza della nostra vita, spesso la mente finisce per perdersi nella proliferazione di pensieri, interpretazioni, reazioni a interpretazioni, ripensamenti e così via: la riempiamo di concetti che riguardano l'esperienza, ma finiamo con l'essere ancora più confusi. Quando la nostra mente smette di correre all'impazzata e si calma, attraverso la pratica della meditazione, durante un seminario, o semplicemente grazie a una passeggiata in mezzo alla natura, è facile che riusciamo a vedere le cose con più chiarezza, in una nuova prospettiva. Le intuizioni relative ai problemi emergono con più facilità quando la mente esce dal suo stato di confusione.

martedì 31 dicembre 2013

CONSAPEVOLEZZA PROLUNGATA

Uno dei limiti che si presentano all’azione del ricercatore è la caduta della consapevolezza di fronte alla sofferenza. Quando la mente ci suggerisce di fuggire (es.negli automatismi) resistere ci fa sembrare l’agonia assolutamente insopportabile; i pensieri distruttivi e minacciosi occupano tutto il campo. Eppure resistere, stare nella situazione consapevolmente (ormai sappiamo cosa significa), permette a qualcosa di incredibile di accadere: di colpo osserviamo la dissoluzione del dolore e dei pensieri intorno ad esso, invece di desiderare che il dolore cessi ci si ritrova tranquilli ad osservare affascinati le sue componenti. Stare in contatto con il dolore, con il piacere, o con l’indifferenza, finché questi stati mentali cambiano, ci consente di intuire che ogni esperienza non è permanente, qualunque essa sia.
L’intuizione che tutto si trasforma ci aiuta a liberarci dai richiami del piacere e dall’avversione al dolore. Ogni volta che osserviamo il momento di intenzione che precede la nostra azione, abbiamo la possibilità di penetrare nella catena di causa ed effetto che è all’origine di tutte le abitudini mentali.
Con un’emozione come la rabbia, sostenere l’attenzione può portarci a un’altra intuizione cruciale: se riusciamo a stare in contatto con la rabbia abbastanza a lungo, la vedremo trasformarsi in qualcos’altro, come il dolore, la tristezza, o qualche altra sensazione, o addirittura sparire. Ciò che ci era sembrato così solido si sgretola e si trasforma. La chiave di tutto questo sta nella capacità di rimanere in contatto con l’esperienza in tutti i suoi cambiamenti.



domenica 29 dicembre 2013

   CONCENTRAZIONE E CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE 

La piena consapevolezza può essere vista come il tentativo sistematico di rieducare l’attenzione. Questa può essere senz’atro considerata una forma di meditazione.Due dei principali approcci all’educazione della mente sono la concentrazione e la capacità di osservazione. La concentrazione ha lo scopo di rinforzare la capacità della mente di mantenere l’attenzione focalizzata su qualcosa, come la respirazione, senza distrarsi. Ogni volta che la mente si sposta, per esempio a un ricordo, al pensiero di qualcosa che si deve fare, oppure a una preoccupazione, colui che medita dovrebbe abbandonare la distrazione riportando l’attenzione al respiro. In questo modo la mente si mantiene più concentrata e tranquilla. La concentrazione sviluppa la capacità della mente di rimanere focalizzata su un soggetto, senza essere distolta dalle distrazioni. Senza gli occhiali della concentrazione il mondo appare confuso, sfocato e indistinto. Ma quando li indossiamo, tutto diventa chiaro e definito. Non sono gli oggetti ad essere cambiati, ma l’acutezza della nostra visione. Quando guardate a occhio nudo una goccia d’acqua, non vedete molto. Ma se mettete un campione d’acqua sotto le lenti di un microscopio, vedrete esseri che danzano e si muovono in maniera affascinante. Quando questa sorta di “raggio” di attenzione penetra di momento in momento sempre di più nell’oggetto dell’osservazione, la mante conquista la capacità di rimanere stabile e di non farsi distrarre ed è soddisfatta.

sabato 28 dicembre 2013

SINTONIZZARSI CON IL PRESENTE

Di solito risulta difficile mantenere l’attenzione su ciò che sta accadendo nel momento presente; la mente è deconcentrata e vaga altrove: sogni a occhi aperti, fantasie, sonnolenza, agitazione, pensieri e progetti casuali, giudizi su questi pensieri e progetti, reazioni ai giudizi...e se ci capiterà di notare quanto la nostra mente stia spaziando, allora potremo ricordarci di tornare di nuovo al presente. 
La piena consapevolezza rende vividamente chiara la differenza tra essere presenti o distratti. Ci accorgiamo di quanto siamo distanti dalle attività della nostra vita, anche nei momenti che ci sembrano più preziosi, perché la mente ci spinge altrove.
Uno degli scopi della piena consapevolezza è di mantenerci sintonizzati con il presente. La piena consapevolezza non consiste nel pensare a ciò che proviamo: è una semplice attenzione profonda all’esperienza stessa. La distrazione è un sintomo che serve a segnalarci che stiamo evitando la verità di un determinato momento.
Può essere utile porsi una domanda pienamente cosciente: “Che cosa mi impedisce di stare nel presente?”. A volte la risposta fa emergere l’influenza nascosta dei nostri schemi emotivi più profondamente radicati.
La capacità di mantenere la nostra consapevolezza concentrata stabilmente può spezzare la resistenza della mente alla realtà del momento.Se provate qualcosa di piacevole, rimanete consapevoli senza fuggire. Se si tratta di qualcosa di spiacevole, rimanete coscienti senza resistere. Se invece si tratta di un’esperienza che vi è indifferente, la precisione nella consapevolezza impedisce che diventi noiosa.



lunedì 4 luglio 2011

Il Corpo Emotivo.Gli Abitanti del Mondo Astrale (terza parte)


Dobbiamo tener presente che abitanti o esseri di tante classi differenti esistono in tutti i piani della creazione. Come nel piano fisico esistono innumerevoli esseri vivi, così pure nel piano astrale e negli altri, ci sono infinità di vite, che esistono, evolvono e si districano normalmente nel loro proprio ambiente naturale. Gli Abitanti astrali possono dividersi, più o meno, in due tipi: Gli umani, e quelli che non lo sono. E dentro questa divisione troveremo  quelli che propriamente abitano questo piano, ed i visitatori che sporadicamente lo visitano o realizzano vari tipi di  lavoro. In questo piano troviamo  quelli che sono deceduti recentemente, troviamo anche  quelli che lasciano il corpo fisico durante il sonno e vagano per il piano astrale addormentati, senza coscienza sveglia. Ci sono qui anche i Discepoli e gli Adepti che entrano in detto mondo volontariamente e, con una forma completamente cosciente, realizzano qualche lavoro spirituale o di apprendistato. Qualunque individuo può uscire con il corpo astrale, indipendentemente dalla sua evoluzione spirituale, perché l’apprendimento delle procedure psichiche per realizzare questa esperienza non dipende dal grado di evoluzione spirituale. Si dovrà, però, prestare la massima attenzione perché uscire dal corpo fisico senza un addestramento specifico può esporre a notevoli rischi. 

martedì 11 gennaio 2011

Elementi per il controllo mentale


Quando la mente si rifiuta di stare nel presente, abbiamo a nostra disposizione diverse procedure per riportarla sul suo oggetto. Il ritsu-zen, o comunque, fermare il corpo in una postura ben definita, è una pratica preziosa per imparare a governare la propria mente in modo che sia uno strumento al nostro servizio.
Vi sono anche altre procedure per il controllo mentale che consistono nel dare alla mente alcuni compiti specifici; l’effettiva utilità di queste dipende dal grado di distrazione mentale.
Imitare le posizioni yoga senza la presenza della mente ha una utilità strettamente fisica che comunque può avere il senso di rendere flessibile ed elastico il corpo fisico.

sabato 20 novembre 2010

Utilità della meditazione nella crescita personale

Da sempre la meditazione costituisce un utile strumento per la crescita personale.
Ecco alcuni consigli per utilizzare questo tipo di pratica.


Come Meditare

Ci sono molti modi di meditare. Si descrive un tipo classico di meditazione che è molto semplice.
Mantra: un mantra è un suono, parola o frase che ti ripeti. Può essere detto ad alta voce, come un canto, o in
silenzio, come nella meditazione. I migliori mantra sono suoni che non hanno nessun significato particolare,
e sono usati per rimuovere i tuoi pensieri abituali e spostare l'attenzione dentro di te. Ci sono molti mantra
che vanno da parole prese dal Sanscrito Indù alle scritture Cristiane. Se non conosci nessun buon mantra da
usare suggerisco di usare "hamsa". Questo è un mantra naturale, essendo il suono che uno fa mentre respira,
con "am" nell'inspirazione e "sa" nell'espirazione.
Indicazione per la meditazione hamsa:

♦ Siediti comodo. Un posto tranquillo è consigliato, ma non necessario.

♦ Chiudi gli occhi. Respira naturalmente. Siediti per circa un minuto prima di iniziare a pensare al
mantra per permettere al tuo cuore e respiro di rallentare.

♦ Con dolcezza porta la tua attenzione sul tuo respiro e inizia a pensare al mantra, senza sforzarti.
Lascialo venire, non forzarlo. Pensa "am" quando inspiri e "sa" quando espiri. Lasciati andare in
questo.

♦ Permetti ai tuoi pensieri e emozioni di venire ed andarsene con distacco. Non provare a controllarle in
alcun modo. Notali solo, e quando scopri che non stai più ripetendo il mantra, ricomincia a ripeterlo
con dolcezza. Non provare a forzarti a pensare al mantra sino all'esclusione di tutti gli altri pensieri.

♦ Potresti provare un profondo stato di rilassamento. Medita in questo modo per 20 minuti (per i
bambini un po’ meno).

♦ Quando hai fatto, prenditi un minuto per ritornare lentamente allo stato di attenzione naturale. Non
sforzarti di aprire gli occhi o alzarti dopo la meditazione. Alzarti troppo in fretta dopo lo stato di
profondo rilassamento che risulta spesso dalla meditazione non fa bene al tuo cuore.
Nota: va bene dare un'occhiata a un orologio. **Non usare un orologio con suoneria**.
Inoltre:

♦ Tieni la spina dorsale dritta, testa bilanciata sulla colonna vertebrale.

♦ Come preparazione pre-meditativa, sposta la tua attenzione sull'azione fisica di respirare. Respira
naturalmente e durante ogni ciclo della respira-zione concentrati su una parte differente del tuo corpo,
prestando attenzione ai cambiamenti in quella parte come risultato della respirazione: l'alzarsi e
abbassarsi della cassa toracica; il movimento dell'ombellico; la sensazione dell'aria che entra ed esce
dalle narici; puoi sentire qualche movimento dei reni? E del bacino- senti il bacino piegarsi quando
respiri? C'è una pausa? Se non senti queste cose va bene, prendile solo in considerazione, una alla
volta, e vai avanti. (Questo può anche servire come una breve meditazione che può essere fatta mentre
si aspetta al semaforo, o come una piccola pausa durante il lavoro e lo studio.)
Durante la meditazione il tuo scopo è solo l'attenzione, nient'altro. E' ora di connettere la tua fonte
interiore e lasciarti andare dalle cose e regole da cui si è preso: lavoro, preoccupazione e responsabilità.
Può essere che la tua meditazione è lenta e rilassata, oppure frettolosa e piena di pensieri ossessivi. Ad
ogni modo la meditazione giornaliera avrà un effetto positivo sulla tua vita.


Benefici della Meditazione:

I benefici sono differenti per ogni persona, ma un bilanciamento fisiologico e psicologico è comune.
Alcuni bnefici saranno realizzati molto in fretta, e altri solo dopo mesi, per questo non ti scoraggiare.
Quando meditare: Si consiglia di meditare due volte al giorno. Prima della colazione e prima di cena
sarebbe preferibile. (Il sistema digestivo spesso si ferma durante la meditazione, così se si ha lo stomaco
pieno può venire un'indigestione.) Ricorda qualsiasi cosa succeda, va bene. Va bene addormentarsi o non
rilassarsi, va bene ridere o piangere, va bene essere, o non essere in uno stato alterato, va bene se il
mantra non segue il respiro come avevo suggerito, o anche lo dici tutt'insieme. Ciò che è importante è che
tu hai l'intenzione di pensare al mantra mentre mediti. In breve, non provare a controllarlo! Per venti
minuti, due volte al giorno, lasciati andare.
Se sei stanco quando mediti potresti addormentarti. Comunque, non usare la meditazione come un'aiuto
per dormire. Se soffri di insonnia medita durante il giorno e l'insonnia probabilmente si prenderà cura di
sé stessa.
"Sedere comodi" per meditare non significa a gambe incrociate. Se secondo te questo è comodo, puoi
meditare in quella posizione. Comunque, sedere con i piedi sul pavimento, eretto ma comodo su una sedia
va comunque bene. Non sdraiarti.


Buona pratica!!