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mercoledì 20 maggio 2015

Tai ji quan

"Il tuo spirito sia un gatto che acchiappa un topo.
Le tue mosse siano un falco che afferra un coniglio.
La tua immobilità sia della montagna.
Il tuo movimento sia del fiume.
Raccogli il tuo Soffio Vitale come quando tendi la corda dell'arco.
Rilascia il tuo Soffio Vitale come quando scocchi la freccia.
La tua Mente sia il comandante.
Il tuo Soffio Vitale sia la bandiera.
La cintura sia l'asta.
La tua Forza Interiore allora fluirà come filo di seta che si dipana"

Wu Yu Xing (1812-1880)


Ringraziamo i nostri compagni di ricerca che ci hanno donato queste parole.

venerdì 24 ottobre 2014

Il respiro nel tai ji quan, una metodologia di lavoro.

IL RESPIRO NEL TAI JI QUAN
UNA METODOLOGIA DI LAVORO

Quando non specificato diversamente il respiro si intende dal naso, con la
bocca chiusa e i denti non a contatto.

RESPIRO NATURALE:
Inspiro: gonfio la pancia più possibile, soprattutto nella parte bassa. Questo
fa sì che i polmoni si riempiano dal basso
Espiro: sgonfio la pancia.

Si chiama naturale perchè questo dovrebbe essere il respiro "naturale"
dell'essere umano; solitamente però nell'uomo adulto il respiro a causa di
blocchi, traumi ed abitudini, si ferma ai polmoni o comunque, se non ri-
educato, raramente scende a gonfiare la pancia.

Esercizi:
-per facilitare l'allievo a "sentire" la pancia che si gonfia/sgonfia si può
dare l'indicazione a tenere le mani sulla pancia
-per facilitare l'allievo nell'evitare contrazioni o movimenti inutili di
spalle e torace in questo esercizio si può dare l'indicazione a tenere le
braccia in alto con le mani appoggiate sulla nuca.

RESPIRO MARZIALE:
Inspiro: ritraggo indentro la pancia
Espiro: gonfio la pancia

Questo respiro si usa nella pratica del tai ji, facendo coincidere il momento
dell'espiro con il momento di "attacco" o comunque con un momento in cui
l'energia va canalizzata fuori verso un punto preciso.

UJJAYI
Entrambe le tipologie di respiro possono essere potenziate dalla tecnica "
Ujjayi" che  consiste nel contrarre i muscoli alla base del collo, vicino alle
clavicole, in modo da ostruire parzialmente la glottide - il segmento mediano
della laringe che comunica con la regione posteriore del cavo della bocca.
Questa ostruzione fa sì che l'aria, sulle pareti della laringe, provochi un
suono caratteristico, sordo e continuo, sia durante l'inspiro che durante
l'espiro.


ESERCIZIO PER PURIFICARE I POLMONI
Qualunque sia la tipologia di respirazione prescelta, se si fa durare l'espiro
il doppio rispetto all'inspiro (ad esempio contando da 1 a 4 in fase di inspiro
e da 1 a 8 in fase di espiro) i polmoni vengono svuotati a fondo e quindi
purificati.

venerdì 30 maggio 2014

Tai ji al Codirosso





Di seguito il video della giornata di aggiornamento tenuta dal M° Paolo Bendinelli, dedicata al tai ji, che si è svolta presso l'agriturismo "al Codirosso" (Vicchio, FI), il 18 Maggio 2014.
Il prossimo appuntamento "al Codirosso", è stato fissato per sabato 7 Giugno, per informazioni 0185.1835737.

martedì 6 maggio 2014

Tayoqi prima sezione

Il Tayoqi è una disciplina che integra sinergicamente il tai ji quan, lo yoga e il qi gong.
Frutto del lavoro ultra trentennale del maestro Paolo Bendinelli nel campo delle arti marziali e delle discipline orientali.
In questo video è ripresa la prima sezione del tayoqi.
Per maggiori informazioni su questa disciplina potete cliccare sull'etichetta "tayoqi" per leggere tutti i post dedicati all'argomento.
Il tayoqi fa parte dei percorsi formativi di Anidra Academy per l'insegnamento e/o il conseguimento della qualifica di operatore olistico certificato.

lunedì 17 marzo 2014

Olos ti presento psiche, 2^ edizione: la testimonianza di Giorgio

Questo video riguarda la testimonianza di Giorgio,soggetto a trattamento psichiatrico, al 2° convegno "Olos ti presento Psiche" promosso da Anidra Academy con lo scopo di avvicinare il mondo della psicologia e della psichiatria all'approccio olistico. Il tema di questo secondo convegno è stato la relazione: relazione di coppia, relazione terapeutica, relazione con la guida.

Di seguito il testo di Giorgio:
TESTO 1
QUELLO CHE HO DENTRO VORREI CANTARLO.
STO ASCOLTANDO MUSICHE CANTATE NELLA CAPPELLA DEDICATA A SAN FRANCESCO.
NON RIESCO A GODERMELA A FONDO PER IL MIO STATO D'ANIMO.

SONO DISPIACIUTO. MI SENTO EMARGINATO. NON RISCO A CAPIRE COME FARE A
COMUNICARE QUELLO CHE HO DENTRO.
VORREI CANTARLO MA NON MI VENGONO LE PAROLE NE LA MUSICA.
SENTO INADEGUATEZZA, PAURA DELLA MIA STANCHEZZA CHE GLI PSICOFARMACI MI METTONO.

I SIGNORI PSICHIATRI DICONO CHE HO UNA MALATTIA CRONICA .
IO NON RITENGO DI AVERE UNA PATOLOGIA MENTALE .
IN PASSATO NON HO COMPRESO NEL MODO ADEGUATO LA MIA ENERGIA MENTALE , LA QUALE SI FA CONOSCERE ATTRAVERSO LA MALATTIA .
MA E' PROPRIO Lì CHE SI IMPARA A CONOSCERLA.
QUESTA COLTIVAZIONE PORTA ALLA VIA MAESTRA.

LA VIA INSEGNATA DA SEMPRE ,CIOE' DAL TEMPO SENZA INIZIO NE FINE, DAI BUDDA,CRISTI E LAO TZU E DA MIRIADE DI MAESTRI GURU, SANTI. MORIRE
CONOSCENDO L'IMMORTALITA' è LA VERA LONGEVITA'.
SENTO CHE SCRIVERE MI FA BENE.
E' UN MODO DI FARE USCIRE, DI ALLEGGERIRSI DALLA COMPRESSIONE INTERIORE .

VOGLIO RACCONTARE DA DOVE HANNO INIZIATO I MIEI GUAI , LA CONOSCENZA
DELLA PSICHIATRIA.
SONO STATE E ANCORA SONO ESPERIENZE DIFFICILI DOLOROSISSIME. CERCO DI DESCRIVERLE .

SONO INIZIATE NEL MAGGIO DEL 1985 D.C. ALLA MORTE VIOLENTA, IL SUICIDIO DI UN MIO CARISSIMO AMICO,  CON CUI CONDIVIDEVO LAVORO E SOGNI DI UNA VITA DI CRESCENTE AMICIZIA ,ANCHE ADESSO CREDO CHE L’ AMORE SIA UN MOVIMENTO CHE TENDE AD ESPANDERSI.
SERGIO E ' IL SUO NOME.
NON ERA UN TIPO DEFINIBILE DEPRESSO, MA IN DIECI GIORNI E' ANDATO FUORI DI TESTA ,SICURAMENTE STANCO DEL LAVORO E DI TUTTE LE ATTIVITA’ CHE FACEVAMO: CACCIA FUNGHI, SCI.
IN PIU' ESSENDO ALLORA GRANDI FUMATORI DI MARIA , LA COLTIVAVAMO.
PENSO CHE QUESTA PAURA, CREATA DAL FATTO CHE ERA PROIBITA, ABBIA
INFLUITO SUL SUO SISTEMA PSICOFISICO.

DICO QUESTO PERCHE UNA DELLE SUE ULTIME PAURE ERA DI ESSERE SCOPERTO
CON LE CONSEGUENZE CHE PER LUI ERANO TROPPE.
ANCHE ADESSO NON SCHERZANO,SI PAGA IN TUTTI I SENSI.
MA ANCORA PEGGIO, AVEVA PERSO FIDUCIA IN ME E GLI ALTRI AMICI, NON CREDEVA IN NOI.

DOPO CIRCA DIECI GIORNI DAL SUICIDIO, LA SUA ENERGIA, LE SUE PARANOIE, DI COLPO SONO ENTRATE IN ME!
MI HANNO LETTERALMENTE PIEGATO LE GINOCCHIA .
DOPO DI CHE HO COMINCIATO A CORRERE INSEGUITO DA PAURE SEMPRE PIU’ GRANDI,  FINCHè SFINITO DOPO DUE SETTIMANE DI CORSA GIORNO E NOTTE SONO SVENUTO NEL PIAZZALE KENNEDY A GENOVA.

LI ' SONO STATO SOCCORSO DALLA CROCE ROSSA E PORTATO NEL REPARTO
PSICHIATRICO DI CHIAVARI.

ERA UNA COSA INSOSTENIBILE MA ANCORA ORA LO E' A MIO GIUDIZIO.
SCRIVO ANCORA UNA VOLTA DA INTERNATO.
SPERO SIA L'ULTIMA.

TESTO 2

DESCRIVERE PENSO CHE SERVE.
VORREI POI PUBBLICARLO, POTREBBE ESSERE ,OLTRE A ME, SOLLIEVO,UTILE A QUALCUNO.
PUBBLICARE OLTRE ALLE ESPERIENZE PSICHIATRICHE ,DI ALTRETTANTA INTENSITA' SONO STATE E TUTTORA SONO LE ESPERIENZE MISTICHE .

TRA LA FOLLIA E IL MISTICO C'E' UNA SOLA MA FONDAMENTALE DIVERSITA' :
IL MISTICO RIESCE A COMPRENDERE LA PARTE FOLLE.
QUI RICHIAMO TUTTA L'ATTENZIONE DI CHI ASCOLTA PERCHE' LA PARTE FOLLE E’ SI
COMODA E SCALTRA, SE GLI RIESCE E SPESSO LO FA’, SI INCARNA IN MOLTE MASCHERE

RITORNANDO AL TRAGICO FATTO HO FATTO 54 GIORNI DI RICOVERO, DEVO DIRE CHE SE NON CI FOSSE STATO UN POSTO DA RINCHIUDERMI IO AVREI LASCIATO IL FISICO.
LA SENSAZIONE ERA DI ARDERE E SENZA IL LAVORO FATTO IN SEGUITO CON LO YOGA,  PREGHIERA, MANTRA E QUI CONG NON SAPREI CHE INCARNAZIONE MI SAREBBE AVVENUTA!

GIA' QUESTO NON SAPERE MI FA DIRE CHE TUTTO E' PERFETTO QUELLO CHE ACCADE.
QUINDI ANCHE QUESTO MIO TRAVAGLIATO E SCRIVERE, ANCHE DELLA POCA UMANITA' E PASSIONE.

IN ITALIA CON TUTTA LA RICCHEZZA AMBIENTALE STORICA ED ARTISTICA .

SONO STORDITO DALLO PSICOFARMACO. AL MINIMO SFORZO HO MALE ALLA MUSCOLATURA. ALL'INDOMANI SONO UNO STRACCIO.
TI SENTI ANCHE STUPIDO.

DOVREBBERO INTEGRARE CON FORME ARTISTICHE PER SVILUPPARE L' ESTREMA SENSIBILITA'.
VITA VIVA NUOVA IN UNO STATO EMBRIONALE.
DANZA MUSICA TEATRO SCRITTURA DISEGNO TERAPIA, UNA NUOVA EDUCAZIONE DELLA MENTE , LA  QUALE NON TROVANDOSI A PROPRIO AGIO NELL'AMBIENTE DEVE TROVARE ALTRE FORME DI ESPRESSIONE .

SPERIAMO SUCCEDA COSì . E' DIVENTATA PER ME UN OSSESSIONE CERCARE IL MIGLIORARE LE SITUAZIONI .

A MIO PARERE POTREBBE ESSERE UN LAVORO, DELICATO, DEDICATO, PROFICUO, SODDISFACENTE . COLLEGAMENTO COL MONDO ESTERNO, MOSTRANDO I LIMITI PER
VIA FARMACOLOGICA .SO CHE ESISTONO ALTRE REALTA' ALL'INTERNO DEL A.S.L. NAZIONALE.

E' MIO BISOGNO QUINDI  CERCARLE GRAZIE A L'AIUTO DELL' ACCADEMIA ANIDRA.

TESTO 3

QUESTO MIO SCRIVERE SENTO CHE E' UNA FORMA DI TERAPIA, MA SOPRATUTTO VOGLIO CHIARIRE IL MIO AMORE PER LA VITA.
LIBERTA', COMPRENSIONE, CONSAPEVOLEZZA .

SE UNO DI QUESTI CONCETTI MANCA NON SI PUO' CHIAMARE AMORE .
CREDO CHE QUELLA CHE DEFINIAMO ENERGIA PSICHICA SIA LA STESSA CHE GOVERNA LE GALASSIE.
NOI SIAMO PARTICELLE DEL TUTTO.
DICEVO CHE SE VIENE A MANCARE UN CONCETTO DI CUI PRIMA HO SCRITTO
MANCA L’EQUILIBRIO.

QUI MI RIFACCIO AL SIMBOLO DEL TAO.
QUESTO SIMBOLO MI RICORDA CHE L'EQUILIBRIO E' INSTABILE PER SUA STESSA NATURA!

SERVE UN CONTINUO LAVORO INTERIORE UN ALLENAMENTO CONTINUO H.24  SU 24.
ANCHE NELLE ORE DI SONNO ANCHE SE A CHI E' ALLA RICERCA DELLA VERITA'
IL SONNO VIENE A MANCARE.

GUAI SE I PSICHIATRI LO VENGONO A SAPERE!
SE TI IMBOTTISCONO DI PSICOFARMACI LA COSCIENZA SI ADDORMENTA.

LA COSCIENZA E' LA SORGENTE DELL'AMORE, DOVE NON C E' IL CONCETTO DI
TEMPO  MA VI E' SOLO VITA VIVENTE.
E' QUESTO CHE ATTRAVERSO LE MIE ESPERIENZE E SENTO IL BISOGNO DI TRASMETTERE.

POI LE COSE MI ARRIVANO SEGUENDO IL LORO RITMO, PER ESEMPIO SMUOVENDO
LA TERRA DEL'ORTO.
NON HO RACCONTATO CHE LE MIE RADICI SONO CONTADINE.
CACCIATORE E RACCOGLITORE QUESTO MIO ESSERE.
LO TROVO IMPORTANTE PER LE ESPERIENZE PSICHICHE CHE HO DOVUTO AFFRONTARE
AMO E COMPRENDO LA MADRE TERRA.
HO SEMPRE PENSATO CHE CHI E' RIMASTO LEGATO ALLA MADRE , HA  RISPETTO E ASCOLTO E  SENTE COME VUOLE ESSERE TRATTATA E COSì ESSA E' PIENA DI FRUTTI PER TUTTI.

QUESTO MIO MODO DI ESSERE E DI SENTIRE E' IN CONTRASTO CON LA SOCIETA'
E SQUILIBRIO PORTA SOFFERENZA.

martedì 18 gennaio 2011

Indicazioni per la pratica del tai chi chuan

Durante l'esecuzione della forma occorre mantenere lo sguardo orizzontale, cioè evitare di inclinare la testa. Questa indicazione si basa sull'idea che se inclinate la testa, da una parte il flusso sanguigno e quello del qi sono squilibrati e, dall'altra. questo rischia di disturbare il senso di orizzontalità, e questo è pericoloso nel combattimento.
Per una corretta circolazione dell'energia e della forza, è necessario che manteniate la colonna vertebrale diritta, con particolare attenzione alla nuca.
Occorre mantenere il corpo rilassato facendo sciogliere ogni piccola tensione. Questo permette una migliore circolazione del sangue e del qi, fondamentali per la concentrazione della forza. non si tratta però di una semplice decontrazione. durante il combattimento, occorre mantenere una tensione mentale, mentre il corpo è rilassato.

martedì 14 dicembre 2010

A proposito della rigidezza e della flessibilità


“Quando gli uomini nascono sono teneri
e quando muoiono sono rigidi.
Quando gli alberi nascono sono flessibili
e quando muoiono sono duri.
La rigidità è quindi compagna della morte.
La flessibilità è compagna della vita.
Così quando un esercito è rigido,
non prevale.
Quando un albero è robusto,
viene tagliato.
Dunque il rigido e il robusto stanno in basso,
il tenero e il flessibile stanno in alto.”
(Chuang-tzu)
Di grande utilità comprendere la relazione tra robusto e flessibile. Sarebbe un errore concepirli come antagonisti; l’uno ha bisogno dell’altro, nell’uno occorre trovare l’altro.
Obiettivo fondamentale della pratica del tai chi quan è la costruzione di uno schema corporeo in cui in basso (gambe, bacino ecc.) sta il robusto e in alto (braccia, busto ecc.) sta il flessibile. 

domenica 12 dicembre 2010

TAIJI QUAN e LAVORO SU DI SE’

Seguo Paolo nel suo Taiji quanLa perla della vera sintesi” per trovare chiavi e indicazioni nella ricostruzione di me, nel dialogo con il mio corpo che sviluppo da qualche anno ormai nella cura di me stessa, a seguito di un grosso politrauma.

E' come rientrare in un abito inamidato o congelato e scioglierlo dall’interno, impiegando i principi del taiji, contattando le parti di me, portando lì l’attenzione - yi -, provando a muoverle attraverso contrazioni isometriche e a “impastarle” nello shi li.

Non so cosa si veda dall’esterno, ma dall’interno le sensazioni talvolta sono intense, perfino commoventi.

Naturalmente non sono tutte rose e fiori, ci sono fasi cicliche, ottave ascendenti e discendenti che ho imparato a riconoscere, momenti in cui la fatica e il fastidio per un abito molto stretto e il dolore anche, aumentano la tentazione di interventi invasivi. Il lavoro fisico ed energetico si mescola a un lavoro di osservazione di sè, di monitoraggio delle proprie emozioni, dei propri stati d'animo, di non identificazione con gli "alti" e i "bassi" che questi passaggi comportano.
Via Via lo sguardo si amplia e riesco a dare prospettiva ai singoli momenti, senza rimanere completamente schiacciata nelle emozioni date dalla fase in cui mi trovo.
Francamente ancora oggi, per me che intendo la vita come un grande laboratorio, se scegliessi una risoluzione più rapida ed esterna - per quanto più consueta e "sicura" - nella cura di me, mi sembrerebbe di gettar via l’opportunità di una riscrittura dall’interno delle possibilità del corpo.
Questa ricerca volta all'autoguarigione, questa scelta, penso risponda maggiormente alle domande di armonia e di efficacia che non trovano riscontro in altri tipi di interventi più invasivi.

Quando pratico il qi gong e accumulo energia insieme a quest’attenzione presente rivolta alle varie parti di me nutro un sentimento: l'abbandono fiducioso all’intelligenza del mio corpo, quella che non ha a che fare con me (fortunatamente) ma che vibra in risonanza con l’universo.


Mi piace nel ritzu zen applicare le posture che richiamano i cinque movimenti, o le cinque fasi (legno fuoco terra metallo acqua) trovando in questo una corrispondenza tra me (il mio corpo fisico, energetico ed emotivo) il paesaggio naturale in cui vivo, il qi gong e il feng shui che pratico nella mia professione.