mercoledì 16 febbraio 2011

Il cibo dovrebbe diventare nutrimento, non un peso.

Qualunque cosa si sperimenti dovrebbe diventare saggezza, non conoscenza. La conoscenza è come un peso, la saggezza è nutrimento. La cultura è solo intellettuale, è la vostra memoria che trabocca di informazioni. La saggezza non fa parte della vostra memoria, si diffonde in tutto il vostro essere. Non occorre che ricordiate la saggezza. La conoscenza deve essere ricordata, ma non c’è bisogno di ricordare la saggezza: siete voi stessi. Non è necessario ricordarsene, ecco perché non è mai un peso, non vi appesantisce mai.
La saggezza è naturale, come il cibo digerito che diventa la vostra vitalità. La conoscenza è innaturale, e a volte distruttiva, come il cibo che resta sullo stomaco e grava sulla vostra chimica interna. 



Food should be a nourishment, not a burden.

Everything one experiences should become wisdom, not knowledge. Knowledge is a burden, wisdom is nourishment. Culture is only intellectual, it's our memory that overflows with information. Wisdom is not a part of our memory, as it seeps into the whole of our being. One doesn’t need to remember wisdom. One needs to remember knowledge. There is no need to remember wisdom: wisdom is what we are made of. There is no need to remember it, that's why it is never a burden, it is never a weight on our shoulders.
Wisdom is natural, just like the food that we digest and that gives us vitality. Knowledge is unnatural, and sometimes destructive, just like the food that remains on our stomach and is a weight on our inner chemistry.

3 commenti:

  1. è vero, quando si è in presenza di quno che trasuda saggezza si avverte, e questo non ha nulla a che vedere con la cultura.
    è un bell'obiettivo..

    RispondiElimina
  2. E' vero, e questo testo trasuda saggezza.
    Per me la sua bellezza è che la conoscenza è misurabile... la saggezza no;
    il cibo si può pesare... il nutrimento no.

    RispondiElimina
  3. Ma, come sempre, ancora una volta è la misura delle cose e l'utilizzo che se ne fa, giusto? La conoscenza come punto di arrivo, fine a se stessa è un fardello inutile; attaccarsi ad essa come risultato rende ciechi e sordi a tutto ciò che può arrivare da fuori o dentro di noi.
    La conoscenza come passaggio, come uno tra i tanti strumenti, come essa stessa esperienza, come conoscenza non solo della mente nè attraverso la mente, ma attraverso anche il corpo ed i sensi, può essere qualcosa di diverso, qualcosa di utile.

    RispondiElimina