Cari amici,
Gli ultimi avvenimenti giapponesi inducono molti a chiedersi cosa è possibile fare per contrastare gli effetti di una eventuale contaminazione del tipo di quella che si è già verificata (oltre a quella che potrebbe ancora verificarsi). Le informazioni sono contrastanti e probabilmente tendono ad essere rassicuranti e a minimizzare quanto realmente accaduto, cosa che si saprà sempre dopo.
Per questa ragione, di seguito vi offriamo una serie di indicazioni, riferibili ad un approccio ecologico dell’organismo, che è possibile adottare per prevenire, per quanto è possibile, e ridurre al minimo, gli effetti collaterali di una eventuale esposizione a radiazioni nucleari. Alcune cose sono da fare fin da subito, altre da programmare in caso di peggioramento della situazione. Premesso che la protezione totale in caso di incidente nucleare non esiste e che tutte le forme viventi assorbiranno le radiazioni ionizzanti per un periodo molto più lungo della loro vita, ci sono delle cose che si possono e dovrebbero fare per limitare i danni, specie per quelle radiazioni che hanno effetti deleteri ma che hanno un ciclo di vita breve, come lo iodio radioattivo 131 (8-10 giorni). Stronzio e Cesio radioattivi, invece, hanno una vita lunga circa 30 anni (Wikipedia), però il primo impatto è sempre il peggiore, quindi queste precauzioni vi serviranno comunque a limitare i danni.
1) Fare una scorta di acqua, da usare per bere e cucinare per almeno un paio di settimane a partire dalla dichiarazione di emergenza (la nube radioattiva precipita al suolo, grazie alle piogge e attraverso il terreno raggiunge le falde acquifere sotterranee).
2) Fate scorta di cereali e legumi secchi, così come di pasta integrale, tenendo conto che i cereali secchi che acquistiamo adesso sono quelli del raccolto dello scorso anno e che il prossimo raccolto ci sarà come sempre a giugno e i cereali ed i legumi nuovi (contaminati) saranno disponibili dopo l’estate. Conservateli in luogo fresco e asciutto. I cereali non trattati vanno meglio in frigo per evitare le farfalline in estate.
3) Bere un bicchiere di acqua e argilla ogni giorno al mattino appena alzati per 15-30 giorni a partire da oggi o domani (dal giorno in cui ricevete questa comunicazione). Ricetta: Mettere 8 cucchiaini di argilla verde ventilata in una bottiglia di vetro trasparente con 1 litro d’acqua. Non usare cucchiaini di metallo o plastica, ma solo di legno o carta. Agitare ed esporre alla luce sul balcone durante il giorno. Al mattino agitare la bottiglia, riempire un bicchiere, aspettare 20-30 minuti e bere solo la sospensione, non il deposito. L’argilla è una sostanza anfotera che si comporta come base con gli acidi e come acido con le basi. Queste sue proprietà chimiche la rendono una sostanza capace di assorbire e neutralizzare gli effetti negativi dell’azione dei radicali liberi che si attiverebbero in caso di radiazioni all’interno del corpo e dell’apparato digerente in particolare. Potete cominciare anche oggi, acqua e argilla non richiede le stesse precauzioni dello ioduro di potassio, comunque non fa male e non ha effetti collaterali di alcun tipo.
4) Procurarsi dietro ricetta medica delle capsule o pastiglie di ioduro di potassio per una dose massima giornaliera di 130 mg da assumere per 2 settimane massimo. Procuratevi il farmaco ma non assumetelo prima che venga dichiarata emergenza nucleare nel territorio in cui viviamo noi o comunque prima che si renda effettivamente necessario. Stiamo seguendo la situazione e valutando quando e se assumerlo e vi terremo aggiornati. Lo iodio satura i recettori tiroidei per questo elemento in modo tale da non lasciare spazio di far entrare lo iodio 131 (radioattivo) che è in grado di uccidere le cellule della ghiandola o di mutarle in cellule tumorali. Nelle zone nelle immediate vicinanze alla centrale nucleare in cui avviene l’incidente la popolazione può assumere anche più di 200 mg di ioduro di potassio a scopo protettivo. Alla distanza in cui siamo noi è sufficiente quella di 130 mg. Chi ha problemi di ipertiroidismo deve consultare sempre il medico. Chi è intollerante allo iodio non dovrebbe assumerlo. Possono verificarsi anche effetti collaterali come nausea, prurito, ecc.. ma davanti ad un disastro nucleare o a fronte di rischi ben più gravi di salute, ciascuno valuti per sé se sopportare qualche piccolo disagio eventuale. La dose può essere assunta anche in 2 capsule da 65 mg ciascuna in 2 momenti diversi della giornata, preferibilmente a stomaco vuoto, aspettando mezz’ora prima di mangiare. Il prodotto ha una scadenza di 4-6 anni, quindi tenetelo nella cassetta dei farmaci per ogni evenienza e cambiatelo ogni 4-6 anni come azione precauzionale.
5) Per chi non riesce a procurarsi lo ioduro di potassio, sappia che una fonte importante di iodio è data dalle alghe Kombu (100 gr di alga contengono 450 mg di iodio). Per raggiungere la dose di 130 mg necessaria alla prevenzione, bisognerebbe però assumere 30 gr di alga il che è uno sproposito. Ma in ogni caso sapere che 5 grammi di alga kombu (già più fattibile) corrispondono a 22,5 mg di iodio è bene saperlo ed è meglio che niente.
6) Le alghe giapponesi attualmente in commercio sono state raccolte e conservate prima dell’incidente, quindi possono ancora essere consumate, diciamo che fino a maggio giugno siamo sicuri (le scorte) poi eviterei di approvvigionarmi per il futuro di alghe giapponesi, stando più su quelle della Bretagna. Chi non sopporta le alghe in quanto tali, può trovare le stesse in compresse.
7) In caso di esplosione nucleare a Fukushima con arrivo della nube radioattiva nelle nostre vicinanze, evitate di passare troppo tempo all’aperto (camminata allenante terapeutica, corsa, bicicletta) per una o due settimane, mentre potete fare attività fisica in casa o in palestra.
8) In caso di contaminazione dell’aria, cambiate gli abiti ogni volta che rientrate da fuori e fate una doccia accurata.
9) In caso di nube radioattiva che contamina il suolo e quindi tutti gli alimenti, i cibi che concentrano maggiormente gli ioni radioattivi sono il latte, i latticini e i funghi. Anche le verdure, la frutta, i cereali e i legumi saranno contaminati, ma non possiamo farci niente, a meno che non impariamo a vivere d’aria. Servirà però sapere che gli animali da allevamento (da carne), ingurgitano per vivere una quantità impressionante di vegetali, basti pensare che per produrre 50 kg di carne l’animale deve mangiare 790 kg di vegetali proteici. Quindi mangiare direttamente dai vegetali invece che dal cibo animale, consentirà di evitare una maggiore concentrazione di contaminazione radioattiva.
10) Continuiamo con una alimentazione sana , perché è il meglio che possiamo fare per non impegnare troppo il sistema immunitario e lasciarlo quindi libero di lottare contro gli effetti nel corpo delle radiazioni (radicali liberi) e contro la “stupidità umana”.
11) Pur rimanendo vigili su quanto accade, evitiamo di andare in risonanza con le paure degli altri, di alimentare quelle della mente genetica, e di comportarci in maniera scomposta. Restiamo solidali. Questa comunicazione non vuole essere allarmistica, ma soddisfare un bisogno di avere risposte sul cosa fare in casi come questi a beneficio di coloro che ci seguono e che amiamo.