sabato 22 febbraio 2014

Condivisione notturna di uno strato di cipolla con la sua stella polare


Ogni cambio di muta mi porta sempre più vicina al cuore, come le cipolle, di strato in strato lascio alle mie spalle tutto ciò che per me aveva un peso ed era aggrovigliato al mio emotivo.
Li sento arrancare, infastiditi dal mio sfuggergli tra le dita, come un torrente di montagna, un'anguilla di acqua dolce che incessabilmente si dirige verso il mare.
I miei moduli, i miei attaccamenti, i finti appigli ai quali rivolgermi nel momento del bisogno.
Sempre presenti, sempre più fievoli, mi reclamano.
Ma dopo ogni ripetizione io sono sempre più lontana ... a volte guardo indietro e non mi riconosco ... a volte questo mi provoca malinconia e desolazione ... la volta dopo, certa determinazione nel seguire il mio cammino.
E poi ci sono quelle pietre miliari nella mia vita, che sembrano montagne che non si abbassano mai, solchi profondi eternità incolmabili.
Ma io so che il mio scorrere lì erode e qui crea.
Pazienza. Inspiro. Espiro. E tanta compassione.
Per me, che non mi basto mai.

Buona notte stella polare.

2 commenti:

  1. Una domanda. Sulle montagne che non si abbassano: tu dici che "sai" che il tuo scorrere le erode. Ma lo sai perchè ti fidi? Lo sai perchè senti che qualcosa cambia anche se piano piano? Lo sai perchè in altre situazione ha funzionato e quindi ci credi? Io a volte mi trovo in situazioni in cui avanzo, investo...ma un po' alla cieca, perchè i risultati non li vedo subito, poi magari arrivano in un attimo (massa critica?). Mi piacerebbe conoscere il tuo sentire mentre erodi le montagne. Grazie :-)

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    1. Direi che il mio "sapere" è un po' un insieme delle opzioni che hai elencato. "So" che il mio scorrere eroderà quelle montagne perché nel tempo ho verificato che la mia determinazione vince sempre, nonostante mi ci possa volere molto tempo prima di riuscire a raggiungere un obiettivo che mi sono prefissa. Soprattutto quando sento profondamente che l'erosione di quella montagna per me è necessaria per quanto difficile. E che la sua erosione comporti comunque la creazione della nuova realtà che ne consegue.
      Direi che più che un “fidarsi” è un “affidarsi”, alla parte di noi stessi che risiede nel profondo e che non si pone dubbi rispetto al bene o al male, al giusto o allo sbagliato, proprio perché è collegata e fluisce con il Tutto … e ci ricorda che siamo parti di un unico organismo che segue una legge superiore alla nostra personale percezione di ciò che è; che tira le fila collettive delle nostre realtà; e che abbiamo già verificato e “toccato con mano” che quando attingiamo ed agiamo grazie a quella Fonte … il risultato è sempre certo e ciò che dovrebbe essere.
      Sinceramente, non penso sia possibile descrivere un sentire, e forse soprattutto questo sentire, in parole … ma auguro a me stessa, e a chiunque altro abbia come obiettivo quello di liberarsi dai meccanismi e unirsi a questo Flusso, di riuscire a far sì che questi “momenti fugaci” diventino sempre di più parte integrante e prevalente del nostro essere qui.

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