giovedì 22 maggio 2014

GLI AMMORTIZZATORI E LA COSCIENZA

Fortunatamente per l'uomo, per la sua pace e il suo sonno lo stato di coscienza è molto raro. Sin dalla più tenera età, gli "ammortizzatori" hanno cominciato a svilupparsi e a fortificarsi in lui, togliendogli progressivamente tutte le possibilità di vedere le sue contraddizioni interiori. In tal modo, non vi è il minimo pericolo di un risveglio improvviso. Il risveglio è possibile solo per quelli che lo cercano, lo vogliono e sono pronti a lottare con sé stessi, a lavorare su sé stessi molto a lungo e con perseveranza per ottenerlo. A questo scopo, è necessario distruggere gli ammortizzatori, cioè andare incontro a tutte le sofferenze interiori, che sono legate alla sensazione delle contraddizioni. Inoltre, la distruzione degli ammortizzatori esige di per sé un lunghissimo lavoro, e l'uomo deve acconsentire a questo lavoro, comprendendo bene che il risveglio della sua coscienza si accompagnerà a tutti i disagi e a tutte le sofferenze immaginabili.
Ma la coscienza è il solo fuoco che possa far fondere insieme tutte le componenti dell'essere umano, e creare l'unità che l'uomo non possiede nello stato nel quale incomincia a studiare sé stesso.
Il concetto di coscienza non ha nulla in comune con quello di moralità. La coscienza è un fenomeno generale e permanente e non è possibile che in assenza degli ammortizzatori.

3 commenti:

  1. Leggere queste parole mi ha fatto sentire che allora lottare e soffrire , e i colpi della vita, non sono fatica inutile ma produttiva. Spesso quando soffro sento che non sono all'altezza, all'altezza del risveglio, che non e' "normale" e funzionale soffrire così , che allora sto sbagliando e non sono sulla giusta direzione! Invece se per forza bisogna perseverare con sudore e lacrime per eliminare gli ammortizzatori, i dolori passati possono esser compresi come parte inevitabile della crescita e non come energia sprecata!

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  2. Grazie, allora presto distruggiamo gli ammortizzatori ed invitiamo la coscienza a prender residenza fissa dentro di noi!

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  3. Ma quindi è sufficiente faticare e soffrire per riappropriarci della propria coscienza?

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