mercoledì 2 aprile 2014

LO SPAZIO DENTRO LA CONFUSIONE

Quando la mente è confusa dai pensieri e imbrigliata nelle reattività, veniamo strappati via dal presente, incapaci di vedere la possibilità di apertura che essa possiede naturalmente.
Il suo stato naturale è una consapevolezza aperta, chiara e luminosa, che riflette come uno specchio tutto ciò che riguarda la nostra esperienza. E, come uno specchio, la mente ha la capacità di rimanere indifferente alle immagini che in lei appaiono.
Questa naturale consapevolezza è come uno spazio: i nostri pensieri, sentimenti, e ricordi nascono in questa ampiezza. Abituare le nostre menti alla meditazione porta a risvegliare questa consapevolezza aperta e naturale.
Ma l'intrecciarsi delle nostre abitudini mentali ed emotive, riempie tutto lo spazio. Così quando cerchiamo di vedere con più chiarezza qualche circostanza della nostra vita, spesso la mente finisce per perdersi nella proliferazione di pensieri, interpretazioni, reazioni a interpretazioni, ripensamenti e così via: la riempiamo di concetti che riguardano l'esperienza, ma finiamo con l'essere ancora più confusi. Quando la nostra mente smette di correre all'impazzata e si calma, attraverso la pratica della meditazione, durante un seminario, o semplicemente grazie a una passeggiata in mezzo alla natura, è facile che riusciamo a vedere le cose con più chiarezza, in una nuova prospettiva. Le intuizioni relative ai problemi emergono con più facilità quando la mente esce dal suo stato di confusione.

4 commenti:

  1. Per me la difficoltà sorge nel momento in cui queste pratiche per "illimpidire" la mente richiedono uno sforzo, cui la mente stessa mette degli ostacoli..
    Si può raggiungere lo stesso risultato con pratiche in cui la mente abbia meno potere di distrazione...tipo la corsa? Altre strade?

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  2. Certamente, purché si tenga conto che per meditazione non si deve intendere una forma particolare di "attività", bensì uno stato d'essere. In altre parole sarebbe corretto dire: " si è meditazione" e non " si fa meditazione".

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  3. le pratiche di tayoqi al centro la mattina con Ele, gli spazi ritagliati ad ascoltare il respiro, alcune pratiche artistiche, sono mattoni importanti che mi permettono di stare nelle situazioni con maggiore presenza e minor stress. pur vivendo ancora mille limiti e condizionamenti (primo tra tutti una fortissima dipendenza da carboidrati:-D) una rivoluzione copernicana è davvero avvenuta dentro di me, nonostante tutto (nonostante tutte le mie inerzie) gli anni di scuola hanno prodotto lo sfumare della reattività propria di un ego ferito e saccente in stati d'essere molto più armonici, come se mi potessi sentire comoda dentro lo spazio della mia vita, perfino del mio corpo nonostante tutto, e questo sentimento libera montagne di energia, di cui perfino i miei condomini lamentosi stanno prendendo atto, grazie Maestro <3

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